Lavoro nero nelle vigne per la vendemmia, era scattato qualche settimana fa il blitz che aveva consentito di scoprire sedici operai in nero e quattro senza permesso. Alcuni non avevano un contratto regolare, secondo l’Ispettorato nazionale del lavoro. Era stata sospesa l’attività di due ditte che fornivano manodopera. La punta dell’iceberg di un fenomeno, quello dello sfruttamento degli extracomunitari, magari da parte di altri stranieri, che sembra avere messo radici nella nostra provincia. C’è infatti un’inchiesta condotta a quattro mani dai carabinieri del nucleo dell’ispettorato del lavoro e dalla guardia di finanza che ha sollevato il velo su altri lavoratori sfruttati. Soprattutto è stato eseguito un sequestro preventivo, nei confronti di un imprenditore indagato, di 105 mila euro. Cifra ritenuta pari all’ingiusto profitto a danno dei lavoratori. La ditta individuale che si serviva di loro è stata inoltre commissariata.
Un’operazione che conferma l’attenzione, particolarmente alta nelle zone dove c’è grande richiesta di manodopera, delle forze dell’ordine. L’imprenditore finito nella rete dei controlli incrociati è accusato di sfruttamento di lavoratori. Le indagini sono partite dall’accesso effettuato dai carabinieri dell’Ispettorato del lavoro in una ditta individuale gestita da un cittadino extracomunitario. Successivamente aiutati dai militari della stazione di Sinalunga, sono stati svolti sopralluoghi, accertamenti tecnici, l’esame dei libri unici del lavoro e delle buste paga dei lavoratori. Tirata la riga, gli investigatori sono convinti che almeno cinque addetti, anch’essi extracomunitari, erano stati sfruttati. Sarebbero state violate più volte le regole sull’orario di lavoro e anche la retribuzione risulta inferiore a quanto doveva invece spettare loro. "Il titolare della ditta – spiegano gli inquirenti – avrebbe approfittato dello stato di bisogno della manodopera assunta costringendola a lavorare per un salario minore di quello previsto dalla contrattazione collettiva. E con turni estenuanti, incuranti delle condizioni atmosferiche e di sicurezza".
A ricostruire il profilo economico-finanziario del titolare della ditta hanno pensato gli uomini delle gialle gialle anche allo scopo di ’aggredire’ i suoi beni in misura corrispondente all’ingiusto profitto. Il pm ha chiesto al giudice una misura cautelare per impedire che l’imprenditore commettesse lo stesso reato e per prevenire un eventuale inquinamento delle prove. Di qui il sequestro preventivo di 105 mila euro ed il commissariamento.
Laura Valdesi