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La bara portata in spalla dagli studenti per denunciare i tagli alle università, la precarietà dei ricercatori e dottorati
Un funerale per le vie del centro, una bara di due metri intestata all’Università pubblica, sorretta in corteo da studenti e ricercatori, fino al presidio di fronte all’ingresso del San Niccolò, dove Cravos e il Coordinamento precariato universitario hanno tenuto una veglia funebre per accogliere il ministro Anna Maria Bernini. La protesta si è concentrata al di fuori della zona interdetta al passaggio che era stata creata attorno al Santa Chiara Lab. Circa un centinaio di persone tra studenti, ricercatori e una delegazione di operai della Beko e sindacati. "Volevamo un confronto sulle misure che stanno mettendo in campo che stanno distruggendo l’università pubblica: c’è la perdita dei posti di lavoro, l’aumento del precariato - ha dichiarato Samuele Picchianti, rappresentante di Cravos -. Ricercatori e dottorandi che sono qui in piazza insieme a noi. Ci sono persone che aspettano da quattro mesi un posto in residenza, volevamo sapere perché il governo non finanzia il diritto allo studio in Toscana. Quello a cui assistiamo sono tagli, riforma del preruolo e precariato, ma sembra che questo governo non sia disposto al confronto". Gli studenti, sciolto il presidio, hanno aspettato il ministro Bernini alle due uscite che delimitavano la zona d’interdizione, ma nessuno si è fermato ad ascoltare le loro ragioni. "Non c’è stata nessuna forma di protesta da parte del rettore contro i tagli - ha tuonato Picchianti - , non rappresenta minimamente chi è qui e chiede risposte alla ministra".
Nessuna risposta quindi, nonostante le ore attesa e le mille domande da porre. "Lo scorso anno abbiamo avuto la prima tranche di taglio di mezzo miliardo, ora ci sono altri 700 milioni previsti sul finanziamento pubblico nei prossimi tre anni - ha dichiarato Vincenzo Spagnolo, ricercatore precario e rappresentante del Cpu -. E’ una manovra identica alla riforma Gelmini, ma l’università è già demolita". A dar sostegno agli studenti non potevano mancare gli operai della Beko. "Siena deve fare squadra - ha dichiarato Massimo Martini, segretario Uil Uilm di Siena -. Dobbiamo lottare con gli studenti, loro con noi". Presente anche la segretaria provinciale della Cgil Alice D’Ercole: "Il governo sta mettendo in atto politiche che smantellano diritti - ha commentato D’Ercole -. Se si tolgono i soldi alle scuole pubbliche per darli alle private si toglie la possibilità agli studenti di costruirsi il futuro".
Eleonora Rosi