
Gli studenti della prima e della seconda classe del ’Sarrocchi’ con Ofelia Passaponti. Miss Italia ha lanciato un messaggio importante ai ragazzi ospiti ieri alla Lizza del truck ’Una vita da social’, il progetto della polizia ideato per diffondere una maggiore consapevolezza dei rischi del mondo cyber
di Laura Valdesi
"Quando sono diventata Miss Italia una delle cose che ho subito pensato è stata ’come reagirò ai commenti?’ Ho sempre avuto una visione disincantata dei social, amo la realtà e sono consapevole che ciò che vediamo sul web non sempre lo è. Nessuno di noi pubblica le difficoltà che inevitabilmente s’incontrano nel viaggio della vita. E’ per questo che quando mi hanno incoronato Miss Italia è stato facile leggere i commenti sui social senza farmi influenzare troppo. E’ stato semplice non montarmi la testa per i complimenti e, allo stesso modo, altrettanto facile ignorare l’odio". Gli studenti della prima e della seconda classe del ’Sarrocchi’ ascoltano interessati le parole di Ofelia Passaponti, dopo aver fatto decine di selfie con la miss senese. Che ha lanciato un messaggio importante (e ascoltato) ai ragazzi ospiti ieri alla Lizza del truck ’Una vita da social’, il progetto della polizia ideato per diffondere una maggiore consapevolezza dei rischi del mondo cyber e per promuovere un uso più responsabile e consapevole della tecnologia.
"La città è con voi, a vostra disposizione, per aiutarvi nella crescita", ha detto il questore Ugo Angeloni (foto in basso) all’interno del truck sottolineando poi a margine l’importanza "dell’occasione per avere un approccio con i giovani, il mondo della rete è fondamentale ma bisogna saper tenere comportamenti adeguati. E’ importante conoscere gli effetti del nostro atteggiamento sui social".
"Neppure noi vecchiarelli – scherza il sindaco Nicoletta Fabio – possiamo, né vogliamo fare a meno della ’rete’. Ma va saputa usare, in quel caso rappresenta un’opportunità che certo io alla vostra età non ho avuto. Però, ripeto, occorre utilizzarla in modo corretto perché nel web ci sono anche tanti messaggi spietati. Ricordatevi che siamo esseri in carne e ossa, occorre sempre valorizzare il rapporto umano". Concetto ribadito anche Eva Claudia Cosentino, dirigente del Centro operativo per la sicurezza cibernetica della polizia postale toscana. "Andiamo spesso nelle scuole perché è fondamentale la prevenzione, informando i giovani. E dando consigli che possono essere di supporto per gli insegnanti", osserva. Spiegando "che il fenomeno in crescita in Toscana fra gli studenti è il furto dell’identità digitale. L’età, inoltre, dei reati collegati alla rete e ai social si è abbassata perché i ragazzi ormai usano lo smartphone sempre prima. Anche il cyberbullismo è molto diffuso, unitamente al revenge porn".
Scorre all’interno del truck il decalogo per non cadere nella ’rete’ sbagliata. I poliziotti raccontano in modo semplice e diretto ai ragazzi come anche un gesto banale può fare del male oppure rischia di far finire nei guai. Si alternano gli studenti, prima i 47 della 2B e 3C della San Bernardino, quindi i 50 delle due classi del ’Sarrocchi’, infine l’incontro con i quasi 60 giovani delle classi prime del liceo Piccolomini di Siena. Ma è miss Ofelia ad attrarre la loro attenzione, sicuramente la più ascoltata. "Faccio anche io parte della vostra generazione", inizia. Andando subito dritta al cuore del problema: "L’odio si alimenta negli ambienti come i social, dove tutti scrivono e nessuno conosce veramente nessuno. Il mondo continua ad andare avanti e la tecnologia è sempre più parte integrante delle nostre vite, ma oggi (ieri, ndr) voglio chiedervi di restare connessi alla realtà, non agli schermi. Godetevi le persone che vi amano e che amate: la vostra famiglia, gli amici. Godetevi la natura in ogni stagione, ci sono bellezze che potete apprezzare solo con gli occhi, non attraverso il telefono. Godetevi i momenti difficili senza confrontarvi con chi ostenta una vita perfetta on line. La vita vera non si misura attraverso un like o un commento. La vita è qui, con voi, nelle relazioni e nelle esperienze che costruite ogni giorno".