Siena, 14 giugno 2021 - Si è avvalso della facoltà di non rispondere al gip Jacopo Rocchi, Manolo Portanova, calciatore del Genoa, indagato con altri due maggiorenni e un minorenne dopo la denuncia da parte di ragazza di 20 anni che ha sostenuto di essere stata stuprata nel corso di una festa in un appartamento del centro storico di Siena. I tre maggiorenni si trovano attualmente agli arresti domiciliari. Il giovane calciatore ha evitato i giornalisti passando da una entrata secondaria del palazzo di giustizia senese. Giovedì prossimo sono in programma gli esami irripetibili sugli elementi raccolti fino ad ora dalle indagini coordinate dal sostituto procuratore Nicola Marini, titolare dell'inchiesta, a partire dagli smartphones che gli accusati potrebbero avere utilizzato nel corso del presunto stupro. Leggi anche: Il giudice: 'Accaniti sulla ragazza' / La versione degli arrestati
Il giudice: "Accaniti sulla ragazza"
Già da 7 giorni agli arresti domiciliari per lo stupro di gruppo – questa la contestazione della procura – nei confronti di una studentessa di Siena, 20 anni. Il gip Jacopo Rocchi dopo l’interrogatorio di Alessandro Cappiello, 24 anni, cameriere, e di Alessio Langella, 23, zio del calciatore del Genoa Manolo Portanova (si è avvalso della facoltà di non rispondere), non ha ancora sciolto la riserva sulla richiesta di consentire il ritorno al lavoro dei due avanzata dai rispettivi difensori, Danilo Lombardi e Duccio Panti. La decisione arriverà forse oggi. ’Forti’ le osservazioni del giudice nell’accordare la misura cautelare invocata dal pm Nicola Marini. Potrebbero «mietere altre vittime», se fosse consentito loro di uscire, dopo aver organizzato una violenza sessuale di gruppo «come passatempo della serata». Si spinge oltre il giudice delineando «una personalità connotata da sicuri profili di allarme sociale» perché non hanno esitato a commettere gli abusi nonostante nell’abitazione ci fossero altre persone e la ragazza fosse stata stata conosciuta da poco.
Secondo il gip Rocchi il modo nel quale è avvenuta la violenza mostra anche «un particolare accanimento sul corpo della persona offesa», che sarebbe stata anche colpita durante gli abusi, come confermerebbero segni e lividi documentati con foto scattate al corpo della studentessa. Incitando uno degli indagati addirittura a sputare addosso a lei. Ecco il quadro accusatorio su cui i difensori stanno lavorando per smontarlo tessera dopo tessera. In questo delicato caso giocherebbero un ruolo importante i social, sotto un duplice punto di vista. Da un lato la ragazza ha mandato messaggi poco dopo i fatti ai cugini – subito sentiti dalla polizia – , a cui si sono aggiunti quelli vocali con un’amica che non era presente nell’abitazione a due passi da Piazza del Campo. Il contenuto viene ritenuto molto importante perchè si tratta di confidenze da cui emerge che la studentessa avrebbe detto ’no’ agli abusi di gruppo. D’altro canto i messaggi sono significativi perché ad inviarli alla ragazza, già un paio d’ore dopo il presunto stupro, sarebbe stato anche uno degli arrestati. Chiedendo come stava, se era viva.
Poi le domandava della condizione di salute perché aveva visto una foto di lei al pronto soccorso. Di più. Se gli investigatori riusciranno a trovare video e filmati di quella notte terribile, come sostiene la ragazza che parla di ’flash’, come se qualcuno scattasse foto, ciò potrebbe aggravare il quadro. Quasi che la ragazza rappresentasse un oggetto e non una persona con dei sentimenti. Anche per questo motivo sarà basilare il passaggio di mercoledì quando verrà effettuata la copia forense del contenuto dei cellulari degli indagati. Un’attività che non riguarderà quello della studentessa perché screenshot e registrazioni vocali sono già nella disponibilità della procura. A parlare dovranno essere adesso i telefonini degli arrestati e del minorenne. Anche se si trovassero dei video potrebbero non essere totalmente dirimenti, a differenza delle chat che aiuteranno a ricostruire quanto si sono detti i protagonisti della vicenda prima e dopo i fatti.