’Tra il sogno della rigenerazione urbana e il dramma dei crediti’ è il tema che in Cassa Edile sarà affrontato il 14 luglio con l’onorevole Riccardo Fraccaro, l’inventore del superbonus. Ovvero il grande strumento che ha lanciato l’edilizia rischia di cadere sotto i colpi della burocrazia e i limiti che oggi il Governo sta mettendo per frenare l’abuso e il rischio di una spesa statale eccessiva: i crediti fiscali approvati, quest’anno non sono ancora stati pagati, con molte imprese a rischio liquidità.
"Il dramma è che ci sono circa 5,4 miliardi di crediti fiscali non pagati - sottolinea Giannetto Marchettini, presidente Ance Siena - : vuol dire che ci sono imprese edili che hanno fatto lo sconto in fattura e proprietari di immobili che hanno dato inizio a lavori, si sono assunti oneri importanti a fronte di crediti fiscali, che però oggi non gli sono ancora pagati. E le banche fanno sempre più difficoltà ad accollarsi i crediti. Nella nostra realtà l’edilizia è stata volano di crescita: fra marzo e aprile abbiamo avuto il numero di ore lavorate più alto negli ultimi 11 anni; oggi ci sono 2.400 lavoratori iscritti all’edilizia a Siena, ne abbiamo recuperati almeno 500. Sull’altra faccia della medaglia c’è purtroppo la mancanza di liquidità di molte nostre imprese, legata proprio alla mancata monetizzazione dei crediti negli ultimi sei mesi, da gennaio ad oggi. Nel 2021 il sistema ha funzionato, quest’anno invece si è interrotto l’asse fra banche e imprese. Nell’immediato a risentirne sono le imprese stesse, che non riescono a pagare i lavoratori ma domani ne risentirà anche il privato che si ritroverà con lavori partiti ma bloccati. Un effetto ’domino’ che si abbatterà sul patrimonio edilizio urbano, sul decoro delle città e infine sul sociale e la sicurezza, messi a rischio da uno strumento che prima ha dato lavoro e oggi potrebbe invece lasciare a piedi tanti".
I continui interventi statali in questi anni hanno regolamentato e messo in sicurezza lo strumento del superbonus, bloccando possibili frodi, ma la paura attuale è che il benefit stia per sfuggire di mano. "La legge ha offerto una grande opportunità - ancora Marchettini - , ma è stata pensata senza un contingentamento, una base solida. E così oggi probabilmente lo Stato ha paura si arrivi a rischio di debito pubblico. La nostra preoccupazione attuale è questa: che dalla sconfitta dello Stato ne approfitti un imprecisato imprenditore, qualcuno che ha liquidità in questo momento e si infili a far credito: parlo di ’usurai’ che potrebbero mettere le mani su soldi fatti girare per creare lavoro. La soluzione è solo nel rimuovere l’ostacolo dei crediti approvati e non pagati: gli impegni presi vanno saldati".
Paola Tomassoni