"Nei territori ricchi come la Toscana e la provincia di Siena lo sfruttamento lavorativo è presente in troppi settori. E’ parte integrante del sistema produttivo". La segretaria generale dello Spi Cgil nazionale Tania Scacchetti punta il dito contro una delle tante facce della criminalità organizzata, la manodopera sottopagata, una piaga che purtroppo non risparmia neanche la nostra regione e il senese. Parole, le sue, pronunciate ieri al convegno che si è tenuto al Teatro dei Risorti di Buonconvento nell’ambito della ‘Suvignano Days: una rete per la legalità nella rete’, la due giorni organizzata dallo Spi Cgil e iniziata venerdì a Suvignano, nella tenuta strappata alla mafia, nel comune di Monteroni d’Arbia, diventata uno dei simboli della lotta alla illegalità. In contemporanea con il focus sulle nuove frontiere della criminalizzata organizzata, il governatore della Regione Eugenio Giani è intervenuto a proposito del meeting nazionale sui beni confiscati in corso a Napoli. "La Toscana – ha detto- ha una storia e un impegno sul fronte della cultura della legalità e della gestione di immobili confiscati di primissimo piano, basta citare il caso della Tenuta di Suvignano: 630 ettari, 17 poderi e, fortunatamente, la società regionale in house ‘Ente Terre’ che gestisce l’attività agricola. Pur non potendo beneficiare di alcun contributo siamo riusciti a mantenere in attività la tenuta, ma si tratta di impegni importanti nei quali le Regioni dovrebbero avere un sostegno dallo Stato". In un teatro dei Risorti strapieno Renato Saccone, già questore di Siena e Milano, ha evidenziato il "rapporto tra caporalato e vendemmia", mentre il magistrato Alessandra Dolci ha messo in guardia dall’evoluzione della criminalità organizzata. "Adesso ha una spiccata vocazione imprenditoriale – ha affermato - si inserisce in modo sempre più significativo e pregnante in sempre più vasti settori della nostra economia, settori che un tempo ne erano immuni ora invece sono ad elevatissimo rischio, penso alla logistica, alla grande distribuzione, alle cosiddette cooperative".
"La mafia non cambia – ha spiegato Nando Dalla Chiesa, professore di Sociologia della criminalità organizzata all’Università di Milano – cambia le forme con cui si presenta, ma l’essenza è quella, è un potere criminale che cerca di imporsi con la forza ai cittadini. Una volta pensavamo di trovarla soltanto nel movimento terra e nell’edilizia, adesso sta anche nello sport dilettantistico, tende a entrare dappertutto". Una criminalità organizzata camaleontica e che imperversa anche sul web.