ANDREA TALANTI
Cronaca

"Tagli alla ricerca. L’Università è sotto attacco"

Paris, ricercatore e docente all’UniStranieri: "Tanti saranno costretti ad andare all’estero".

"Tagli alla ricerca. L’Università è sotto attacco"

Il ricercatore e docente all’Università per gli Stranieri, Orlando Paris, ha aderito allo sciopero contro i tagli voluti dal Governo

È un momento difficile per il mondo della formazione e della ricerca, che è sceso ieri in piazza in tutta Italia durante lo sciopero generale indetto da Flc Cgil e che ha visto partecipare anche tanti lavoratori del settore pubblico e dell’universo della sanità. Sotto accusa la manovra finanziaria e l’operato del ministero dell’Università e della ricerca guidato da Anna Maria Bernini, con i tagli ai finanziamenti e l’ulteriore precarizzazione del lavoro che rischiano di dare un brusco stop all’operato dei ricercatori.

Una situazione che non risparmia Siena con i suoi due atenei. "L’Università è sotto attacco – racconta Orlando Paris, ricercatore e docente all’Università per Stranieri – così come il modello pubblico della ricerca e dell’istruzione, che il governo sta strozzando a favore del privato. Il taglio previsto al fondo di finanziamento ordinario è di 500 milioni, con le Università e soprattutto i grandi atenei che rischiano una crisi economica senza precedenti. Il danno economico si accompagna alla riforma del pre-ruolo, che rischia di compromettere l’accesso al lavoro universitario e prevede sei tipi di contratto che aumentano ancor di più la precarietà. Le future generazioni di ricercatori e docenti si troveranno di fronte una precarizzazione che rischia di compromettere l’intero sistema, specie se si pensa al blocco del turnover al 75% previsto dalla finanziaria. Che ha un solo significato: meno assunzioni oggi e domani".

Un presagio oscuro per la ricerca, che rappresenta un’eccellenza italiana. "Il governo ha deciso di investire su un’altra idea di Università, quella privata e telematica – continua Paris –, diplomifici che contribuiscono poco alla ricerca. Il nostro è un piccolo ateneo e magari subirà meno il contraccolpo, ma la preoccupazione per il clima generale è grande. In primis, queste azioni incideranno sull’apertura del mondo della ricerca ai giovani. Mentre chi ha già ora forme di contratto meno solide, rischia di essere espulso dal sistema universitario. Parliamo di anni e anni di ricerca che verranno messi in discussione, con progetti che verranno buttati via a prescindere dalla loro efficienza solo perché il governo ha deciso di dire stop ai finanziamenti, e di tante persone che saranno costrette a portare le proprie competenze all’estero". E infine: "I danni sono incalcolabili, la continuità della ricerca rischia di essere compromessa, così come il futuro. La situazione che si prospetta per i prossimi mesi e anni è drammatica, parliamo di un attacco frontale all’istruzione pubblica".