Assolto perché il fatto non sussiste il conte Andrea Pannocchieschi d’Elci, accusato di aver tagliato circa 13 ettari di bosco in assenza di autorizzazione, nel podere Palazzaccio, in località Monte Santa Lucia a Radicondoli. Così ha deciso il giudice Elena Pollini accogliendo dunque le ragioni dello studio Pisillo che difendeva l’imputato.
Tutto era partito dal primo controllo, svolto nel maggio 2021. La verifica, svolta dai carabinieri forestali (foto d’archivio), aveva portato la procura a contestare che il taglio, appunto, avvenuto in una proprietà della moglie, Palazzaccio, mancava di autorizzazione. Che, è stato ribadito nel corso del processo, in realtà c’era. A ciò era stato delegato appunto dalla consorte. Regolarmente. Dov’era sorto allora il problema? Pur essendo sempre stata presente l’autorizzazione, venne sospesa per via delle dimissioni del direttore dei lavori. Ma nessuna norma, ha replicato la difesa, prevede che se manca quest’ultimo deve essere appunto stoppata. Sarebbe stata effettuata dunque un’imputazione in violazione della riserva di legge poiché si è fatto derivare un reato da una norma regolamentare regionale? L’esempio: se Pannocchieschi d’Elci avesse fatto la stessa cosa ora contestata in un’altra regione italiana la cui regolamentazione non prevede la presenza del direttore dei lavori, non avrebbe risposto del reato. Di più: l’autorizzazione al taglio del bosco c’era, neppure i carabinieri forestali l’hanno messa in dubbio. Ma a loro dire avrebbe operato in un periodo nel quale questa era stata sospesa. La difesa ha ribattuto e dimostrato per contro che esisteva una ’finestra’ di tre giorni liberi, dal 13 al 15 aprile, in cui si poteva svolgere un taglio del genere. Era tecnicamente possibile con la forza lavoro impiegata. Assolto anche l’agronomo che era imputato nel processo.
Laura Valdesi