Taglio del Fondo all’Università: "A Siena costerà 8,2 milioni"

Il Ministero manda il conto all’ateneo. Il rettore Di Pietra: "Dovremo approntare un bilancio al risparmio"

Taglio del Fondo all’Università: "A Siena costerà 8,2 milioni"

Il rettore Roberto Di Pietra ieri ha consegnato il tòcco a 55 dei 64 docenti e ricercatori entrati in ruolo nell’ultimo anno. Il reclutamento è fatto grazie al Fondo ordinario e alle risorse dei Dipartimenti di eccellenza

"Il taglio ministeriale al Fondo di finanziamento ordinario delle università non arriva a sorpresa, era già stato anticipato nel luglio scorso, con la Crui che aveva espresso parere (obbligatorio ma non vincolante) negativo. Ma c’era comunque la speranza che l’intervento venisse riconsiderato. Invece è arrivato, pesantemente", così il rettore dell’Università degli Studi, Roberto Di Pietra, commenta la manovra di ridimensionamento del Ffo, imposta dal decreto del Mur, con un taglio complessivo di 173 milioni di euro per il 2024 a carico di tutti gli atenei statali.

Per l’Università di Siena sono 8,2 milioni di euro in meno, su un Fondo ordinario di 115 milioni, quindi pari al 7,17 per cento dello stanziamento annuale ministeriale; cui vanno aggiunti, in termini di maggiore spesa e minore disponibilità, 3,4 milioni di euro per far fronte all’incremento delle retribuzioni (del 4,8 per cento) degli 805 docenti dell’ateneo senese. Fra taglio dei fondi e maggiori costi, nell’anno accademico al via l’Università di Siena dovrà fare i conti con 11,6 milioni di euro in meno da contabilizzare.

Rettore, quanto e come inciderà su Siena?

"Prima di tutto va detto che dovremo studiare e applicare il taglio al bilancio di previsione, che deve passare per gli organi accademici, Cda e Senato, che ho appena informato. Certo il taglio richiederà un bilancio al risparmio: non sarà un taglio lineare, verificheremo fra le voci di spesa quello che può slittare più avanti e andremo a risparmiare laddove è meno necessario spendere. Comporterà una migliore gestione delle utenze e anche di tutte le strutture universitarie, dai plessi a sale studio e biblioteche".

Sugli interventi di edilizia annunciati e partiti?

"Ce ne sono alcuni già in corso e alcuni anche terminati (la copertura dei laboratori di San Miniato), altri che devono ancora partire (nuovo polo didattico Le Scotte e ampliamento San Francesco). Vedremo quello che si può ritardare".

Risparmi sul personale?

"Ci sarà una frenata. Del resto veniamo da anni straordinari in termini di reclutamento: i numeri delle ultime tre annate non sono più ripetibili nè sostenibili, torniamo al trend di pre-pandemia. Ci sono state anche tante assunzioni di ricercatori a tempo determinato per progettualità legate a fondi Pnrr, che finiranno al termine dei tre anni previsti".

Anche la ricerca ne risentirà?

"Sarà inevitabile spostare in avanti qualche investimento su progetti, studi che possono slittare".

Potrebbe agire sulle tasse?

"Per ora posso solo dire di non averne intenzione.Ma dovremo ragionare su tutto, ogni singola voce, tutto dovrà essere discusso in Cda e Senato".

Oggi (ieri, per chi legge) intanto c’è la cerimonia del Tocco, per i nuovi ricercatori e docenti e per passaggi di ruolo.

"Un momento importante: sono stati 64 i reclutati nell’ultimo anno, che comprendono anche passaggi di fascia, da ricercatore a docente, da associato a ordinario. Un momento importante, perché per tanti è l’ingresso nel corpo accademico, per altri un avanzamento di carriera; per tutti è il traguardo atteso, che è costato fatica e impegno. L’Università poggia e cresce sul capitale umano. Anche per far fronte ai pPaola Tomassoniensionamenti, dobbiamo rinnovare le competenze e l’organico".

Paola Tomassoni