Siena, 20 dicembre 2022 - L’emendamento alla manovra di bilancio è stato presentato tre giorni dai parlamentari Pd, Federico Gianassi e Andrea Gnassi, ex sindaco di Rimini. Se sarà inserito nella manovra, consentirà ai Comuni di modificare l’aliquota dell’imposta di soggiorno fino a un massimo di 10 euro al giorno. L’emendamento prevede di dare attuazione immediata alle legge del 2019 con cui fu stabilito che i Comuni con un tasso di presenze turistiche 20 volte superiore a quello dei residenti possono, nel definire il valore dell’imposta, fissare come soglia massima 10 euro al giorno e non i 5 euro altrimenti previsti. E Siena, prendendo i dati 2019, ultimo anno prima della pandemia, avrebbe un rapporto di quasi 23 a 1 tra turisti e residenti.
Al momento non c’è una tabella dei prezzi aggiornati a seconda della tipologia dell’hotel: questo perché intanto l’emendamento deve passare e poi perché saranno le amministrazioni poi a dover fissare i prezzi. La proposta però fa storcere il naso agli albergatori senesi. "Di fatto – commenta la presidente di Federalberghi, Rossella Lezzi – sarebbe il Comune interessato a decidere quali categorie di hotel o strutture ricettive in generale saranno essere coinvolti, potrebbe non riguardare soltanto i 5 stelle. L’aumento comporta un ulteriore abbassamento del livello di competitività della città, rispetto ad altre destinazioni internazionali il cui costo pro-die è già più basso". Facendo un esempio una famiglia composta da 4 adulti può spendere circa 600 euro a notte per un 5 stelle, 350 euro per un 4 stelle, 180 euro per un 3 stelle, 140 euro per un 2 stelle e 120 euro per una stella.
A questa cifra si andrà ad aggiungere la tassa di soggiorno: se un Comune usasse tutto il tetto massimo si potrebbe arrivare anche ad una tassa di 40 euro per i 5 stelle (per poi scendere magari a 32 euro per i 4 stelle e così via). Una bella somma anche se non sarà un obbligo farla pagare per forza. Un Comune potrebbe anche inserire una soglia di 6 euro per i 5 stelle e poi a scendere.
«L’ospite – spiega ancora Lezzi – considera il costo totale a prescindere e il discorso vale per lo stesso motivo di cui sopra. Mete europee anche a confine con noi, costano molto meno. Peraltro il danno è per tutto il territorio e l’economia che gira intorno al settore dell’ospitalità, che come abbiamo visto dai dati delle Camera di Commercio è il primo per impieghi".
Se la proposta dell’emendamento resta ancora una suggestione, la certezza è il tema della tassa che, da tempo, sta a cuore a Federalberghi. "Noi ne chiediamo da anni l’abolizione, già siamo gravati da le altre tasse sui servizi più di altre città, come verificato dall’analisi di ConfCommercio sul pagamento della Tari in Toscana. E da anni – aggiunge – ne richiediamo la trasparenza nell’impiego. Di fatto dei circa 2 milioni e 300 mila circa a cui ammonta l’introito a Siena, solo il 18% circa viene devoluto espressamente al settore dell’ospitalità. La nostra battaglia è a questo punto per l’innalzamento di questa quota con conseguente esplicitamento sugli impieghi. Qualora passasse l’emendamento, ci affidiamo al buon senso del nostro governo locale altrimenti siamo pronti a scendere in piazza e a dare battaglia".
Il settore dell’accoglienza intanto fa i conti con una congiuntura non favorevole in vista del 25 dicembre. "Sembra un Natale mortissimo, queste due settimane sono state veramente morte , sia per il tempo che per le influenze diffuse. Speriamo che non ci siano altri picchi di quest’ultime a rovinare un dicembre che per adesso è molto sottotono rispetto al 2019".