Circa due ore di confronto ieri nell’ambito del Coordinamento sindacale nazionale che si occupa della vertenza Beko Europe. All’ordine del giorno, la convocazione per il 30 gennaio al ministero delle Imprese e del made in Italy del tavolo dove la multinazionale turca è stata invitata a modificare il piano industriale già ufficializzato proprio a Roma nelle settimane passate. Oggi è attesa una comunicazione ufficiale unitaria del Coordinamento sindacale nazionale, ma pare che alcune azioni strategiche siano già state delineate. L’idea sarebbe di indire, in concomitanza con la riunione del tavolo ministeriale, otto ore di sciopero in tutti gli stabilimenti Beko presenti sul territorio nazionale e, al contempo, di organizzare un presidio davanti a Palazzo Piacentini.
Questo orientamento si respirava tra i lavoratori dello stabilimento di viale Toselli già lunedì durante la manifestazione con il corteo di protesta che ha visto la partecipazione del sindaco Nicoletta Fabio e del rettore dell’Università per Stranieri, Tomaso Montanari. I 299 operai del sito Beko di Siena vogliono scongiurare il licenziamento previsto entro fine anno, quindi sono pronti a partire in pullman in direzione Roma, per far sentire la loro voce al ministro Adllfo Urso, la cui presenza al tavolo pare pressoché certa.
Per nulla certa invece è la strategia che verrà adottata dalla multinazionale turca in sede di ministero: non c’è infatti alcun sentore relativo a una possibile revisione del piano industriale già presentato. Al contempo i sindacati non sono al momento in possesso di alcun elemento neppure riguardo a possibili margini di ulteriore trattativa. L’unica base da cui partire in vista della nuova convocazione del tavolo a Roma è l’unità di intenti su due punti considerati fondamentali: la tutela dei livelli occupazionali e la continuità produttiva dei siti italiani. Il tutto, con la speranza che il Governo faccia la sua parte per aiutare i lavoratori.