Crisi Beko di nuovo sotto i riflettori internazionali. L’europarlementare Pd, Dario Nardella, con il collega Matteo Ricci, ha incontrato ieri a Istanbul Fatih Kemal Ebiçlioğlu, presidente della holding della famiglia Koc che controlla la multinazionale. Due i temi all’ordine del giorno: il piano di reindustrializzazione del sito di Siena e la riduzione drastica degli esuberi, anche nelle Marche. L’interlocutore turco ha ribadito la volontà di mantenere gli investimenti nei diversi siti produttivi italiani e che il tavolo negoziale è tuttora aperto, per raggiungere un accordo con i sindacati.
In particolare, Ebiçlioğlu ha confermato l’investimento di 300 milioni di euro, condividendo la proposta di creazione di un headquarter del Design Industriale di Beko e di un centro globale del Cooking in Italia. Si è parlato inoltre della necessità di aprire un tavolo con la Commissione Europea per far fronte al complesso quadro economico e commerciale nel territorio comunitario, ricordando quanto siano storicamente rilevanti le relazioni commerciali tra la holding turca e l’Italia. A tal fine, Nardella e Ricci promuoveranno le prime interlocuzioni a livello europeo con il vicepresidente esecutivo con delega alla strategia industriale, Stéphane Séjourné, e la vicepresidente esecutiva con delega agli affari sociali e lavoro, Roxana Mînzatu. Entrambi gli eurodeputati concordano infine sulla necessità di agire in sinergia con il Mimit e il ministero del Lavoro, per utilizzare le risorse del Fondo Sociale Europeo e fronteggiare la congiuntura. In questa prospettiva ci sarebbero già stati i primi scambi con la Direzione Generale Occupazione e Affari Sociali della Commissione europea. Intanto i sindacati saranno oggi presenti al Consiglio comunale sul lavoro, mentre nel pomeriggio si terrà una nuova riunione al ministero. Qui rimarcheranno la loro posizione: "A Siena Beko deve agevolare la reindustrializzazione con più risorse. I 7 milioni di euro proposti non sono affatto sufficienti. Finchè non ci sarà un nuovo soggetto industriale, Beko deve continuare a operare qui".
Anche il presidente della Regione, Eugenio Giani, torna sulla vertenza Beko dopo il tavolo urgente di martedì: "Siena non può avere solo un sistema economico e sociale fondato sul turismo, la piccola e media impresa, il commercio: una struttura manifatturiera come quella di Beko deve essere preservata e sviluppata" anche, "se permarrà da parte della multinazionale un atteggiamento di fuoriuscita, con un’attività industriale che tutti insieme cercheremo di stimolare in altro soggetto". E ancora: "Per quello che riguarda il rapporto con la multinazionale turca è importantissimo che le istituzioni si facciano vedere molto forti e compatte a tutela della prospettiva industriale di Siena", ha aggiunto Giani, che ha ribadito: "In merito alla proprietà del sito, mi sembra sia ormai chiaramente emerso che la struttura pubblica che può acquisire è Invitalia".
Di parere opposto i gruppi di maggioranza in Consiglio comunale a Siena: "Fin dall’inizio della vertenza il sindaco Nicoletta Fabio sta dalla parte dei lavoratori ed è l’unica che, al di là dei tavoli, ha posto in essere una strategia concreta per mantenere il sito industriale in viale Toselli. Il Sindaco sta dalla parte della realtà e non dei proclami illusori. Il Pd continua ad essere completamente fuori dalla realtà imprenditoriale di questa città ed è ancorato a logiche di assistenzialismo pubblico, non capendo che l’unica soluzione per agevolare un nuovo imprenditore sul sito è porlo nelle migliori condizioni di fare industria a cominciare dall’immobile". Poi la stoccata alla Regione: "I presidente Giani ha affermato che giuridicamente Regione e Provincia non possono acquistare immobili. Ci spieghi allora come ha fatto ad acquistare per 16,4 milioni di euro i tre edifici storici delle Terme di Montecatini varando una legge ad hoc. Ci spieghi anche come mai per primo aveva introdotto i consorzi come strumento di risoluzione ed acquisizione dello stabilimento. La verità è un’altra: politicamente non vuole supportare la città e lo stabilimento".