Nuovo capitolo per il tavolo istituzionale in Regione per il futuro dei lavoratori di Telco Soluzioni Digitali a Colle di Val d’Elsa, stabilimento dell’area di Belvedere. Al centro dell’attenzione, oggi a Firenze a Palazzo Strozzi Sacrati, il piano industriale della realtà produttiva che dà lavoro sul territorio a cinquanta dipendenti e a più di quattrocento in Toscana per il marchio del settore delle comunicazioni in rete che conta su un totale di cinque sedi: accanto alla superficie colligiana anche i siti di Grosseto, Arezzo, Vicopisano, Campi Bisenzio (senza considerare il resto d’Italia).
Il personale, la rappresentanza sindacale unitaria e la sigla Slc Cgil, dopo gli scioperi indetti anche per le questioni relative ai ritardi nei pagamenti degli stipendi alle stesse maestranze, attendono ora delle novità positive dai vari versanti, dall’odierna convocazione dell’Unità di crisi. Il precedente incontro nel capoluogo regionale, nella mattinata di lunedì 11 novembre alla presenza anche dell’azienda, aveva offerto esiti nel complesso confortanti agli occhi dei principali attori – Regione Toscana, Provincia di Siena, Comune di Colle di Val d’Elsa, oltre al sindacato Slc Cgil – sempre con tutte le cautele di una situazione da monitorare e da tenere costantemente sotto controllo nei suoi sviluppi.
"Fondamentale, comunque, passare dagli intenti espressi da Telco ai riscontri concreti", aveva detto nell’occasione, in sintesi, il segretario generale del sindacato dei lavoratori della comunicazione-Cgil Siena, Samuele Bernardini. E’ infatti Bernardini a seguire da vicino l’evoluzione della vicenda dall’inizio, in pratica dalla scorsa estate al tempo delle "ferie forzate" del personale per la mancanza dei materiali e delle strumentazioni necessari allo svolgimento della lavorazione quotidiana.
Un impegno notevole portato avanti dalla sigla sindacale Slc Cgil Siena, pure con l’auspicio di una "maggiore trasparenza" nelle relazioni tra le componenti che formano l’universo di Telco, nel circondario della Valdelsa. In mezzo anche le fasi di astensioni dal lavoro, nel periodo della liquidazione rinviata dei compensi mensili ai lavoratori. Fermi produttivi che erano poi sfociati nella normale ripresa dell’attività da parte delle maestranze, a Belvedere di Colle, una volta ricevuti dall’azienda gli emolumenti nella loro completezza sulla base degli accordi.