REDAZIONE SIENA

’Tellus et Homo’ da Siena all’Albania

Stamani alle 11 la presentazione in via Montanini 132 del nuovo progetto di Daniele Zacchini: "L’esperienza all’estero è importante"

Stamani alle 11 la presentazione in via Montanini 132 del nuovo progetto di Daniele Zacchini: "L’esperienza all’estero è importante"

Stamani alle 11 la presentazione in via Montanini 132 del nuovo progetto di Daniele Zacchini: "L’esperienza all’estero è importante"

"Tellus et Homo parla del rapporto tra Italia e Albania come radici uniche, colonia romana per esempio, da qui l’idea di mettere i titoli in latino". Queste le parole dell’artista senese Daniele Zacchini, che stamani alle 11 presenterà il suo nuovo progetto in Via Montanini 132; una mostra curata dalla dottoressa Antonella Filippone che arriva dopo il grande successo di ’Calcutta’, dove l’artista senese ha esposto un progetto internazionale dedicato al "Ramayna". "A livello artistico l’India è stata un’esperienza meravigliosa, mi verrebbe da dire che ti fa esplodere la testa -continua l’artista senese - la mostra ha avuto successo anche perchè hanno apprezzato tanto il fatto che un occidentale si sia immerso totalmente nella loro cultura con rappresentazioni astratte, nonostante loro siano più abituati al figurativo. Un altro mondo, in India nessuno ti guarda con astio o dall’alto in basso. Un posto meraviglioso anche per la natura, aspetto che ho riportato nelle mie opere".

Un’esperienza quella indiana che influenza sotto molti aspetti il nuovo progetto dell’artista Zacchini: "L’esperienza indiana ha influenzato soprattutto sui colori e sulla fusione di strati di compenetrazione che vado a ricercare in questo mostra, ovviamente questa sarà una preview, la mostra vera e propria sarà a Tirana". Un altro aspetto fondamentale per Zacchini è quello delle esperienze all’estero, come si può notare anche nel profondo legame incentrato nel nuovo progetto tra Italia e Albania: "Le esperienze all’estero sono sicuramente importanti, soprattutto perchè ti metti a nudo a livello artistico ed esci da quella che è la tua comfort zone - afferma l’artista - sei anche più aperto ai giudizi ed ai contatti un modo per distaccarsi un po’ dalla tua terra, che nel nostro caso è la più bella del mondo; un posto speciale che però non ti deve rinchiudere rispetto alla grandezza di altre realtà. Un artista per completarsi necessita di questo tipo di esperienze, soprattutto a livello mentale".

Una sfida quella di Zacchini che parte proprio dalla dimensione dell’opera: "Una sfida importante quella di un’artista che passa da dipingere su un piano a lavorare a tutto tondo - continua- una sfida piuttosto faticosa, ma sono molto contento del risultato visto che ha riscosso successo. A Siena porterò queste tre sfere, con nomi corrispondenti a tre anagrammi di Tellus, quindi cose che nascono esclusivamente dalla Terra". Una città che però a livello artistico si esprime ma fino ad un certo punto: "Io ho avuto la fortuna di fare una mostra al Santa Maria della Scala: un’emozione unica. Però mi viene da dire che Siena dovrebbe salvaguardare di più gli artisti, ma soprattutto quelli che lo fanno di mestiere e che ci mettono la faccia, non quelli che lo fanno per hobby. Valorizzare chi fa questo tipo di lavoro, chi ha un certo curriculum e chi ci mette la faccia".

Matteo Cappelli