Tenta di uccidere l’amico a colpi di forbici. Risolto il giallo di Colle: uomo in cella

Convalidato il fermo di un 32enne del Niger, cameriere, accusato di aver ridotto in fin di vita il coinquilino

Tenta di uccidere l’amico a colpi di forbici. Risolto il giallo di Colle: uomo in cella

I carabinieri della compagnia di Poggibonsi sono risuciti a risolvere a tempo di record il caso dell’uomo trovato in fin di vita nella sua casa a Colle (foto archivio)

di Laura Valdesi

Il giallo di via Campana a Colle è stato risolto dai carabinieri della compagnia di Poggibonsi in soli quattro giorni. Ad aggredire, probabilmente con delle forbici da pota, un trentenne di origini libiche tuttora in gravi condizioni alle Scotte, sarebbe stato addirittura l’amico con cui divideva l’appartamento a due passi dal Comune colligiano. Anche se pare che quest’ultimo, da quando aveva ritrovato lavoro, non dormisse sempre lì. Il presunto autore del tentato omicidio, questa l’accusa mossa dalla procura per cui è scattato venerdì sera il provvedimento di fermo nei suoi confronti, è un 32enne originario del Niger. Che in precedenza ha lavorato come cameriere in provincia di Firenze e adesso in Valdelsa. Il ferimento sarebbe avvenuto, secondo la ricostruzione degli investigatori che hanno lavorato senza sosta sul caso risolvendolo in 96 ore, a seguito di un alterco. Entrambi avevano bevuto molto. Tutto è successo nella stanza da letto dove dormivano, c’è anche un divanetto. Proprio qui il ferito è stato trovato, nelle prime ore del mattino del 26 agosto, dal 118 e dai carabinieri di Colle. Privo di sensi, gravemente ferito. "La vittima – spiega il procuratore di Siena Andrea Boni in una nota –, portata alle Scotte veniva sottoposta a diversi interventi chirurgici d’urgenza perché risultava essere stata colpita da ripetuti fendenti all’addome e al petto mediante un’arma da punta e taglio, con lesioni degli organi vitali tali da essere in una situazione di pericolo di vita, con prognosi riservata".

I militari dell’Arma, sul posto anche il comandante della compagnia valdelsana Emanuele Fazzi, avevano isolato l’abitazione identificando i potenziali testimoni mentre la scena del crimine veniva scandagliata ed esaminata dal nucleo investigativo di Siena con i colleghi della sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale di Firenze, arrivati appositamente dal capoluogo toscano. L’osservazione delle telecamere di sorveglianza, la ricostruzione svolta ascoltando le persone della zona e gli accertamenti seguenti hanno portato a delineare "gravi indizi di colpevolezza". Si temeva inoltre che il 32enne del Niger fuggisse per cui è scattato il fermo la sera del 30 agosto mentre l’uomo si trovava ancora a Colle. Pare che dopo il sequestro da parte della procura della casa al civico 16 di via Campana, dove appunto viveva con l’amico, si fosse rivolto anche alla Caritas locale.

Certo è che ora si trova in cella a Santo Spirito. E ci resterà visto che, dopo l’udienza di convalida davanti al gip Sonia Caravelli, la misura cautelare nei confronti del presunto autore del tentato omicidio è stata confermata. Assistito dall’avvocato Stefano Borgheresi ha scelto ieri mattina di raccontare la sua versione dei fatti. Sottolineando il legame di amicizia con il trentenne libico che andava avanti da tempo. I due si sarebbero aiutati a vicenda in passato, anche economicamente. "La situazione è più complessa di quella prospettata dalla parte offesa. E la versione fornita dal mio assistito ha maggiori punti di riscontro: sostiene di essersi in realtà difeso e di non aver avuto alcuna intenzione di ucciderlo tanto che ha chiamato il 118 tamponando anche il sangue che usciva dalle ferite. Si parla dell’uso di forbici da pota quando lì c’erano oggetti ben più atti ad offendere", osserva il legale. Evidenziando, per contro, senza aggiungere altro "che ci sarebbe stata addiritura una precedente aggressione a parti invertite".

"In attesa che la giustizia faccia il suo regolare corso, a nome dell’amministrazione comunale e di tutta la comunità colligiana esprimiamo profondo apprezzamento per la rapidità delle indagini, per l’operato della procura e per quello dei carabinieri", scrive il Comune di Colle.