"Terrorismo dei sondaggi", è il tema ricorrente dalle parti di Toscana a sinistra. Quel mezzo punto di distacco, unito alla mancata citazione di Tommaso Fattori (che ha già protestato per essere stato relegato tra gli "altri"), non convince chi potrebbe risultare decisivo. "È vergognoso non considerare la lista che è reduce da un’esperienza importante in consiglio regionale – affermano gli esponenti senesi della lista –, questi dati sembrano funzionali a certificare la necessità del voto utile e l’indispensabilità di Italia Viva".
In queste ore si sono comunque riaccese le polemiche da parte di chi accusa Toscana a sinistra di portare un vantaggio a Ceccardi: "L’alleanza tra Giani e Fattori era impossibile, se guardiamo ai programmi". Di più: "Giani e Ceccardi sono due destre", hanno ripetuto più volte dalle parti di Toscana a sinistra, rivendicando la necessità di una proposta veramente alternativa.
E i 5 Stelle? A Siena, una volta falcidiato il gruppo storico (al punto che Michele Pinassi, due volte candidato a sindaco e primo consigliere comunale della storia grillina insieme a Mauro Aurigi, è candidato proprio con Fattori), la presenza sul territorio latita rispetto al passato. Archiviate le iniziative pubbliche, rarefatte al minimo le presenze sui media, questo sarà un banco di prova per verificare cosa è rimasto del Movimento che fu. La proposta di un’alleanza Pd-5 Stelle è arrivata fuori tempo massimo, del resto in Regione l’opposizione è stata netta (come a Siena in passato) e delineare un accordo col Pd sarebbe impresa improba. Ma così era anche a livello nazionale, a dire il vero, fino a un anno fa.
Cercano spazio anche i due Partiti comunista, il Movimento per la libertà di scelta, il Patto per la Toscana di Roberto Salvini se verrà riammesso. Partiti destinati a risultati non stratosferici. Ma se fosse veritiero il sondaggio del mezzo punto di distanza tra i principali contendenti, anche i decimali potrebbero diventare decisivi per assegnare la vittoria a Giani o Ceccardi.