
La questura. ha ritenuto che l’uomo «fosse pericoloso per la sicurezza pubblica». Di qui il foglio di via che gli vieta di tornare a Chianciano per 4 anni Ma commercianti e cittadini temono che possa ripresentarsi e chiedono tutela
di Laura ValdesiBasterà il foglio di via con divieto di ritorno per 4 anni nel territorio del Comune di Chianciano? E’ l’interrogativo che tiene banco nella cittadina da quando, il 12 aprile, scorso, è scattato il provvedimento del questore Ugo Angeloni nei confronti del senegalese che terrorizzava il paese da lungo tempo. "Ritenuto pericoloso per la sicurezza pubblica", di qui la misura che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a molti. Perché il giovane si era reso protagonista di numerosi danneggiamenti, alle auto della Misericordia e a quelle della Municipale, oltre che dell’aggressione ad un automobilista – 40 giorni di prognosi – e di altri eccessi. Il foglio di via a seguito del quale si era allontanato in treno sembrava il preludio al possibile rimpatrio dell’uomo, qualora si ripresenti a Chianciano. Certo è che la questura – e dunque il commissariato di Chiusi – restano con la guardia alta.
Molti cittadini, intanto, si sono recati a vedere nel parco a valle dove aveva sistemato la sua tenda di fortuna e le povere cose per essere certi che non si fosse ripresentato in paese. Prosegue anche la raccolta di firme dei commercianti e dei cittadini attivata subito dopo l’ultimo blitz vandalico del senegalese che aveva spaccato vetrine e danneggiato la casina dell’acqua con una grossa mazza artigianale. L’hanno sottoscritta già in 500, in vari negozi, per chiedere che sia garantita la sicurezza prevenendo eventuali ulteriori episodi di violenza e danneggiamento.
La vicenda del giovane, che per lungo tempo ha dormito su un albero in viale della Libertà, è stata anche al centro ieri pomeriggio del consiglio comunale. Il sindaco Grazia Torelli, prima di affrontare fra i punti all’ordine del giorno le determinazioni riguardo all’acquisto del Parco Acquasanta, ha infatti riferito sull’evolversi della vicenda. Sulle mosse dell’amministrazione, che ha fatto la voce grossa affinché il problema venisse risolto, fino all’emissione del provvedimento da parte del questore. Se il migrante dovesse tornare per lui scatterebbe la denuncia per inosservanza del provvedimento, fermo restando che ha sulle spalle una decina di procedimenti per vari reati.