REDAZIONE SIENA

Tesori nell’Archivio Polillo: "Ma non c’è più spazio"

Solo dalla donazione del giornalista sono arrivati 4.800 dischi, libri e riviste . Oggi si contanto 75.000 supporti sonori, vinili e cd, migliaia di fotografie.

Solo dalla donazione del giornalista sono arrivati 4.800 dischi, libri e riviste . Oggi si contanto 75.000 supporti sonori, vinili e cd, migliaia di fotografie.

Solo dalla donazione del giornalista sono arrivati 4.800 dischi, libri e riviste . Oggi si contanto 75.000 supporti sonori, vinili e cd, migliaia di fotografie.

"Stiamo facendo incontri con gli amministratori perché dobbiamo trovare una sistemazione a questo archivio. Un patrimonio immenso, unico in Europa". Il presidente di Siena Jazz Massimo Mazzini ci accompagna nell’Archivio Arrigo Polillo attraverso una galleria fotografica straordinaria con immagini in bianco e nero dei grandi musicisti del jazz. Poi si entra in questo luogo unico: l’archivio del Siena Jazz. Dischi, cassette, tutto catalogato ma anche tante scatole accatastate. Un regno, dove per tanti anni ha lavorato il giornalista Massimo Biliorsi, che rappresenta una ricchezza per lo studio e la consultazione. "Vedere questo tesoro imballato è un peccato. Tutto questo materiale, insieme a quello della Chigiana e del conservatorio Franci, costituirebbe un archivio di grande valore" dice il presidente. Ma c’è bisogno di spazio, tanto spazio. "Ci vuole un’autorità che unisca tutti – continua – e questo, mi rendo conto, non è facile. Avevo accennato al nostro sindaco che sarebbe stato importante riunire le storie di queste realtà cittadine. Con la Chigiana, che ha la Fondazione alle spalle, il lavoro sembra più difficile ma con il conservatorio Franci stiamo cercando di instaurare un dialogo, ovviamente nel rispetto delle identità". Ecco che, tra uno scaffale e l’altro, spunta di tutto. Dischi in vinile, cd e ogni tipo di supporto sonoro, ci mostra con una punta di orgoglio Claudio Palagini che lavora nell’Archivio dagli anni ’90. Tutto nasce dalla collaborazione di Polillo che donò 4800 dischi, libri e riviste. Oggi ci sono 75mila supporti sonori, dischi 78 giri degli anni ’40 e ’50 e anche dischi che non sono propriamente di musica jazz, perché nelle donazioni poi c’è di tutto, colonne sonore, musica classica e molto altro. Oltre a decine di migliaia di fotografie, qualcosa come 700 rotolini da 36. La sfida è digitalizzare il materiale e permettere a chiunque di accedere da tutto il mondo. "C’è apparente disordine perché sto catalogando – dice Palagini – ecco 120 scatole di cd che fanno parte della donazione Franco Fayenz, giornalista e critico musicale". E poi ancora scaffali con supporti sonori. Per il jazz la riproduzione è fondamentale, è musica che va più sui dischi. Ed ecco fonografi, grammofoni del 1928, degli anni ’40 e decine di cilindri di Edison. Il tempio del jazz, un fantastico viaggio nel tempo e nel futuro; al Siena Jazz si respira la potenza della musica con artisti che arrivano da tutto il mondo per fare musica, ricerche, per scrivere libri e soprattutto per inseguire sogni.

Michela Berti