ROSARIO SIMONE
Cronaca

L’ultimo testimone di Auschwitz: Asciano piange Altero Ciacci, scomparso alla soglia dei 100 anni

Sul fronte jugoslavo fu ferito dai tedeschi che lo deportarono nel lager. Dopo la guerra diventò ferroviere

Addio ad Altero Ciacci, era nato ad Asciano il 18 maggio 1923

Asciano (Siena), 8 marzo 2023 – Avrebbe compiuto cento anni fra circa due mesi, Altero Ciacci che si è spento ieri. Era nato il 18 maggio 1923 a Palazzina al Termine ad Asciano e fino a 19 anni era stato solo una volta fuori del suo paese perché suo padre Luigi, che voleva premiarlo per essere un ragazzino assai diligente, lo aveva portato a Siena a vedere il Palio. Altero ha avuto a dir poco una vita difficile. Sua madre Argia Scali morì di parto. Chi lo ha conosciuto di persona però non ha mai avuto sentore di ciò, si trovava sempre di fronte ad un uomo affabile, sereno, lucido, con un discreto senso dell’humor e un senso della memoria fuori del comune.

Altero venne chiamato alle armi nel ’43. Dopo un breve addestramento in Veneto venne imbarcato su una nave a Fiume e mandato in Dalmazia. Da Ragusa (oggi Dubrovnik) con un pezzo della Divisione Marche venne trasferito con una faticosa marcia sui monti montenegrini a compiere un rastrellamento contro le forze partigiane lungo una linea di fuoco lunga 50 km. Con l’8 settembre ’43, i collegamenti con i comandi vennero a cadere e i tedeschi, che fino ad allora erano stati alleati, cominciarono a bersagliare le truppe italiane con pesanti colpi di artiglieria durante i quali il fante di Asciano venne colpito da una scheggia perdendo l’udito ad un orecchio.

ll reparto di Altero resistette per 12 giorni in combattimenti furiosi ma poi le munizioni e le vettovaglie si esaurirono miseramente ed Altero, insieme ai suoi commilitoni sopravvissuti, venne costretto ad una umiliante resa e fatto prigioniero dei tedeschi, quindi deportato con un infinito viaggio in un carro bestiame. Prima a Vienna e poi ad Auschwitz, dove venne adibito al trasporto dei cadaveri degli ebrei dalle camere a gas alle fosse comuni. Per essersi addormentato una volta per lo sfinimento venne trasferito a Mauthausen, dove scampò alla morte in maniera rocambolesca e poi trasferito in un campo di lavoro. All’arrivo dei sovietici venne poi liberato. Altero dovette tornare ad Asciano quasi totalmente a piedi attraverso un viaggio ancora una volta pieno di pericoli e peripezie. 

Al termine del conflitto Altero entrò nelle ferrovie e lavorò in Versilia fino alla pensione. Nel frattempo suo figlio Bruno aveva perso la vita in un incidente stradale. Altero perse la moglie non molto tempo dopo. Una volta raggiunta la pensione veniva chiamato spesso nelle commemorazioni ufficiali. Nel 2017 ritornò ad Asciano dove viveva e veniva assistito dalla famiglia, in particolare dal nipote Franco. "Ho perso un secondo padre", dice commosso. Ciacci non aveva mai scritto un vero e proprio diario, ma raccontava come un fiume in piena le avventure. 

I suoi occhi vividi ti facevano rivedere tutto. Fino a quando, su idea di chi scrive, viene messo insieme un gruppo di volontari (in primis Radio Epicentro e associazione ARCA) i quali hanno trascritto le sue memorie in vernacolo ascianese e mandate le stesse all’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano dove, in occasione del premio Tutino, riceve la Menzione d’Onore a settembre. Altero verrà seppellito a Viareggio. 

Rosario Simone