
De Flammineis: "L’obiettivo è creare dibattito e informare i cittadini sulla riforma della giustizia" "Da trenta anni gli avvocati chiedono l’assoluta terzietà del giudice", dice il presidente Ciacci.
di Laura ValdesiSIENA"Creare dibattito e informare i cittadini della riforma della giustizia, dando loro maggiore consapevolezza delle questioni, sia a favore che contro. Anche in vista del referendum che ci sarà fra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. Non sarà l’unica iniziativa che metteremo in campo", spiega Siro De Flammineis, membro della sezione di Siena dell’Associazione nazionale magistrati che ha organizzato ieri un appuntamento sul tema, molto dibattuto, nella sala Italo Calvino al Santa Maria della Scala. "Abbiamo cercato di avere ospiti su posizioni opposte, tutti con una grande conoscenza dell’argomento, noti a livello nazionale. Per Siena un’occasione importante per confrontarsi su questi argomenti, provando a fare una sintesi delle questioni, attualissime, che riguardano tutti i cittadini. Sembra che siano lontane da noi ma, in realtà, ricadono sulla nostra vita quotidiana e sulla società. Questo è stato il nostro obiettivo come Anm". Fra gli interventi, in avvio, quello del presidente dell’Ordine degli avvocati di Siena Antonio Ciacci che ha sottolineato "come la separazione delle carriere era auspicata dall’avvocatura da 30 anni a questa parte. Subito dopo il passaggio dal rito accusatorio a quello inquisitorio, già la politica, molti giuristi e avvocati dicevano che occorreva separare le carriere". Ammette "che oggi, è vero, non c’è il più salto continuo da un ruolo all’altro ma accentuare l’assoluta terzietà del giudice è una conquista per tutti. Sancendola definitivamente. Se poi questa riforma, giusta, viene strumentalizzata per sottomettere la magistratura al potere politico noi saremo i primi ad opporci. Perché la Costituzione agli avvocati sta a cuore, lo stato di diritto ancora di più. E’ un pochino eccessivo secondo me tutto l’allarme perché devono essere ancora conclusi i passaggi parlamentari, c’è il referendum. Poi non si può immaginare ’dopo chissà cosa accadrà’. Vediamo, siamo tutti vigili su ciò che il governo vorrà fare in tema di giustizia".In sala c’erano molti giudici e magistrati senesi. Il procuratore Andrea Boni, il presidente del tribunale Fabio Frangini, Ilaria Cornetti che guida la sezione di Siena dell’Anm, è intervenuto il vice sindaco Michele Capitani. Collegati in video il direttore de ’Il Fatto quotidiano’ Marco Travaglio e Brunella Bolloli di ’Libero’. Ma ad animare il dibattito, a tratti anche acceso, sono stati il magistrato Armando Spataro, già procuratore di Torino, e l’onorevole Francesco Michelotti (Fdi). "Stiamo vivendo il periodo peggiore per quanto riguarda gli interventi sulla magistratura", ha attaccato Spataro sostenendo che "siamo di fronte al gioco delle tre riforme: per il premierato, la separazione delle carriere e per l’autonomia regionale. Un gioco affinché passino tutte e tre. Il ministro Nordio l’ha blindata" Si evidenzia che viene rifiutato il dialogo dalla politica sul tema. E anche nella Sala Calvino più volte il moderatore sottolinea che ciascuno resta nella propria posizione. "Grazie all’Anm di Siena per l’invito", dice Michelotti che è stato relatore in commissione affari costituzionali della riforma. Quanto al testo parla di "ottimo punto di caduta. Finalmente questo governo – sostiene - dà risposte a chi attende la riforma da 30 anni. Un dovere portare avanti una cosa che i cittadini ci hanno chiesto". Parla di "battaglia storica anche delle camere penali", tocca poi il tasto ’correnti’ e caso Palamara rivendicando "che restituisce al giudicante una centralità che oggi non ha. La sentenza diventa il 415 bis (l’avviso di conclusione delle indagini, ndr)".