Laura Valdesi
Cronaca

Torture a Ranza, appello per 15. La Corte unisce i procedimenti

Alcuni avvocati degli agenti che scelsero il rito alternativo pronti ad opporsi. Fissate tre udienze: il 16 e il 30 settembre, eventuale sentenza il 10 ottobre.

Torture a Ranza, il caso in appello

Torture a Ranza, il caso in appello

Siena, 27 agosto 2024 – Un maxi processo d’appello quello che si delinea per la vicenda delle torture a Ranza, nell’ottobre 2018, subite da un detenuto tunisino di 31 anni durante un cambio di cella. E avvalorate, secondo l’accusa, da un video di 4 minuti e 32 secondi delle telecamere interne che avrebbe descritto la spedizione punitiva. Un caso salito alla ribalta nazionale perché gli agenti penitenziari erano stati condannati per un "autonomo reato di tortura in concorso", più grave quando a commetterlo è un pubblico ufficiale. Quindici in tutto finiti sotto la lente della procura, anche se non tutti avevano imboccato la stessa strada. Un primo gruppo di dieci agenti nel febbraio 2021 aveva scelto di essere giudicato con riti alternativi. Le pene decise dal gup Jacopo Rocchi variavano da 2 anni e 3 mesi a 2 anni e 8 mesi. Altri cinque agenti avevano imboccato invece il percorso più lungo, quello del dibattimento. E nel marzo 2023 era arrivato per loro il verdetto del collegio presieduto da Simone Spina: 6 anni per un ispettore superiore, altrettanti per un ispettore capo e 6 anni e mezzo per un suo pari grado. Rispettivamente 5 anni e 11 mesi e 5 anni e 10 mesi per due assistenti capo.

Tutti e quindici hanno presentato subito appello. Per i cinque che avevano scelto il dibattimento è stato fissato, dopo uno slittamento, il 16 settembre. Per i dieci agenti che invece attendevano il giudizio di appello dal 2021 non c’era una data. Ebbene il presidente Nencini il 16 chiamerà entrambi i processi con l’intenzione di riunirli visto che si tratta della stessa vicenda. Una scelta a cui già diversi difensori di coloro che hanno scelto il rito alternativo sono pronti ad opporsi duramente. La corte di appello comunque ha già fissato anche due udienze successive per la riunione appunto dei procedimenti, la discussione e la sentenza. Oltre al 16 e al 30 settembre, quella del 10 ottobre quando, nelle intenzioni dei giudici di Firenze, ci dovrebbe essere il pronunciamento che scriverà la parola fine (salvo ricorso in Cassazione) su uno dei casi più spinosi e delicati degli ultimi tempi.