Torna l’opera ai Rinnovati con la Tosca, il melodramma in tre atti di Giacomo Puccini su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa. A portarla in scena, domani alle 21, per il cartellone di Siena in Opera, sarà l’Orchestra del Festival Puccini di Torre del Lago, diretta da Marco Severi, con Valentina Boi, Samuele Simoncini, Francesco Landolfi, Claudio Mugnaini, Simone Rebola, Rocco Sharkey, Veronica Niccolini e l’Unione Corale Senese ‘Ettore Bastianini’. Regia di Lorenzo Lenzi.
Un grande affresco storico, sullo sfondo della Roma ottocentesca, la repubblica di Napoleone, l’esercito borbonico che ristabilisce il potere del papa. Una storia d’amore struggente, di gelosie e tradimenti, sotterfugi e fughe. Un grande classico della tradizione lirica che nella programmazione voluta dal direttore artistico del Teatri di Siena, Vincenzo Bocciarelli, affianca la stagione dedicata alla prosa. "Ho voluto creare un parallelo tra l’ambito specifico del teatro, cioè la prosa, e le suggestive atmosfere che si vivono quando si apre il sipario dei più grandi enti lirici, come il Teatro alla Scala o la Fenice di Venezia, e portarne una significativa eco anche a Siena – ha detto Bocciarelli, presentando il programma – accompagnando sottobraccio lo spettatore nel magico mondo del melodramma".
"Quando si parla di Tosca – afferma Lenzi nelle note di regia – si parla di Roma, e quando si pensa a Roma si pensa all’eternità, alla ‘Grande Bellezza’ espressa e tramandata soprattutto attraverso l’arte. Un’arte grandiosa, quella di Tosca, che parte dall’architettura rinascimentale di Castel Sant’Angelo e di Palazzo Farnese, passa al barocco di Sant’Andrea della Valle e giunge fino al neoclassicismo e allo stile impero napoleonico. Questo allestimento si sviluppa partendo proprio da queste correnti artistiche, che forniscono, in forma pittorica, immagini e suggestioni non solo riguardo i luoghi in cui è ambientato il dramma, ma anche per descrivere le emozioni dei personaggi".
Un allestimento molto più simbolico che realistico, che si discosta dalle ‘pose di tradizione’ e allestisce un contesto scenico che sposta tutta l’attenzione sulle relazioni dei personaggi, i loro gesti, le scelte, le reazioni a ciò che accade alle loro vite. "Scelta sbagliata? Non credo – conclude Lenzi nelle note di regia – ma in fondo Tosca è l’opera delle scelte sbagliate. Tutti fanno la scelta sbagliata. Per cui, alla fine, se abbiamo sbagliato anche noi siamo rimasti fedeli ai personaggi".
Riccardo Bruni