Il cardinale Augusto Paolo Lojudice e il presidente della Regione Eugenio Giani hanno portato il loro saluto all’iniziativa in prefettura: l’utilizzo di beni confiscati alla criminalità organizzata per accogliere migranti, come nel caso di Chiusi dove saranno a breve accolti trenta migranti, è considerato un esempio da esportare anche in altre realtà toscane.
Il cardinale Lojudice ha lodato l’iniziativa, ricordando che "oltre ai luoghi e alle persone, sono importanti le modalità dell’accoglienza, anche nel rapporto con la comunità, coinvolgendola e preparando ogni situazione. Mi viene da dire che questa accoglienza va fatta anche con il cuore, come sicuramente farà la Misericordia a Chiusi". Ha poi ricordato l’impegno quotidiano per fronteggiare le varie situazioni: "A breve, subito dopo questo incontro, ci sposteremo dall’altro lato della piazza per parlare proprio di situazioni operative che riguardano l’accoglienza dei cittadini pakistani. Il nostro impegno è quotidiano".
Il presidente Giani ha ricordato la recente visita proprio con il cardinale Lojudice a Suvignano: "Quello è già un esempio virtuoso di utilizzo pubblico di un bene appertenuto alla mafia. È un esperienza che fa da guida come può farlo adesso questa di Chiusi, perché il numero di arrivi aumenta continuamente e servono soluzioni. Tra l’altro è in crescita il fenomeno dei minori non accompagnati, messi su una barca da genitori che non vedono per loro un futuro nei Paesi d’origine. Anche per questo servono sempre più progetti di integrazione".
Cosa può dunque arrivare dal progetto di Chiusi coordinato dalla prefettura? "Il carattere emblematico è altissimo – ha detto ancora Giani – perché significa che si può fare anche altrove, con immobili che non sono utilizzati. È uno stimolo per tutti gli amministratori della Toscana, anche perché questa è una regione abituata ad aprirsi al mondo fin dai tempi di La Pira e deve continuare a farlo".
Giani ha poi ricordato che "la Toscana sta facendo la sua parte. Sono ormai più di dieci gli sbarchi arrivati a Marina di Carrara e a Livorno e ovunque abbiamo trovato, con il sistema di protezione civile, una risposta. Ma il problema sta diventando sempre più forte". Il presidente Giani ha anche aggiunto: "Ho indicato al ministro Piantedosi due soluzioni, la semplificazione con la modifica del decreto Cutro per quello che riguarda il passaggio dai centri di accoglienza straordinaria al sistema accoglienza integrazione. Nella struttura di accoglienza, infatti, i migranti possono trovare la possibilità di integrarsi".
"Averne limitato l’accesso ai soli richiedenti asilo – ha aggiunto ancora – è stato un grave limite di questo decreto. Si parla tanto di rimpatri, ma i centri per il rimpatrio assomigliano più a dei lager che ad altro. Una loro riforma ci vuole".