Dopo lo stop legato alla mancanza di alcuni professionisti chirurghi, torna operativo il centro trapianti di rene dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese e il primo trapianto di rene del 2022 è da donatore positivo al Covid, il primo caso in Toscana. È stato applicato il protocollo previsto dal Centro Nazionale Trapianti per i donatori positivi, che indica particolari requisiti necessari per il ricevente, tra cui aver fatto la terza dose del vaccino e avere un alto quantitativo di anticorpi.
"Grazie all’accordo sottoscritto con l’Aou Careggi nei mesi scorsi siamo ripartiti velocemente, come promesso, consentendo ai pazienti in lista di attesa a Siena di poter essere operati alle Scotte – spiega il direttore generale Antonio Barretta –. Si tratta del primo modello operativo in Toscana che permette ai professionisti di spostarsi da una sede all’altra, per operare anche in altre strutture. Nei prossimi mesi si concluderà la procedura concorsuale universitaria che consentirà di nominare il nuovo direttore della Chirurgia Trapianti di rene, diretta ora ad interim dal professor Franco Roviello e, quindi, potenzieremo ulteriormente il centro".
Tornando all’intervento è stato eseguito su un paziente della provincia di Arezzo ed è stato effettuato dal dottor Vincenzo Li Marzi di Careggi, coadiuvato dai professionisti delle Scotte, con l’Anestesia diretta dal dottor Pasquale D’Onofrio e la Nefrologia diretta dal dottor Guido Garosi, che è anche responsabile del Centro Trapianti di rene.
"I nostri pazienti – spiega il dottor Garosi – vengono seguiti attentamente prima, durante e dopo il trapianto ed è importante il lavoro in team e di squadra anche per garantire al paziente non solo il supporto clinico-assistenziale ma anche quello psicologico che li porta ad affrontare il trapianto. Un ringraziamento particolare va inoltre sempre rivolto alle famiglie dei donatori perché senza donazione non c’è trapianto". "L’intervento è stato effettuato nella notte tra il 24 e il 25 gennaio. L’organo è stato prelevato a Firenze – aggiunge il dottor Li Marzi –. Il paziente trapiantato sta reagendo positivamente ed attualmente è in degenza protetta. Sono particolarmente entusiasta di questa nuova modalità di collaborare perché avere i professionisti in rete e realizzare una piena operatività della rete dal punto di vista chirurgico, oltre che di governance, è il primo passo verso una collaborazione sempre più fattiva tra i diversi centri trapianto che, lavorando in sinergia, possono produrre risultati davvero importanti".