Il trasferimento avverrà probabilmente venerdì, quando tutte le utenze saranno collegate consentendo di rendere abitabile quell’immobile vuoto da anni. Il podere “Palazzetto“ ospiterà quindici pakistani, ora in sovrannumero al dormitorio Caritas che da tempo consente di sopperire all’emergenza. Il Comune ha messo a disposizione l’immobile, per ospitare quei migranti che avevano trovato posto al parcheggio ’Il Duomo’. "Confermiamo così il nostro impegno sul fronte dei richiedenti asilo", dice l’assessore ai servizi sociali Micaela Papi.
In che condizioni è attualmente l’immobile?
"Ne verrà utilizzata una parte, quella pronta in tempi rapidi, agibile e con gli impianti a norma, dopo la sistemazione delle utenze. Abbiamo subito affidato il servizio di custodia e sorveglianza alla cooperativa che se ne occuperà".
Lei ha parlato di ’conferma dell’impegno’, ma perché non si riesce a trovare una soluzione a una vicenda che si trascina da anni?
"L’amministrazione comunale è sempre stata in prima linea, fornendo la massima collaborazione alle altre istituzioni che si occupano di accoglienza".
Lo sgombero dal parcheggio ’Il Duomo’ era l’unica soluzione possibile?
"A noi sembra evidente che quello non può essere un dormitorio, a maggior ragione con le rigide temperature invernali. Vanno trovate soluzioni alternative, a tutela della salute delle persone e anche per evitare l’occupazione impropria di un luogo pubblico. La Caritas si è resa disponibile a ospitare temporaneamente un ulteriore gruppo, ora ci mettiamo a disposizione noi".
Voi parlate comunque di scelta temporanea, perché?
"Andiamo oltre le nostre competenze, ma ci è sembrato doveroso. Il sistema dell’accoglienza dovrebbe garantire ospitalità ai richiedenti asilo. Di certo la risposta non può essere farli dormire per strada o in un parcheggio. Poi vedremo se sarà necessario prorogare o meno la durata, auspicando che nel frattempo altre persone che ora sono nel dormitorio possano essere accolte altrove".
Perché questa criticità ricorrente?
"Da noi c’è un rilevante afflusso di persone che arrivano dalla rotta balcanica. Sono numeri che assumono importanza in relazione alle dimensioni della città e della provincia, dove sono presenti 53 Cas che possono ospitare circa 1200 persone. Andiamo avanti insieme alle altre istituzioni per fornire la propria parte di contributo. Osservando ancora una volta che l’immigrazione non è un tema locale né nazionale, ma di dimensione internazionale".
C’è chi vi accusa di non essere intervenuti tempestivamente: si rimprovera qualcosa?
"Ci siamo insediati a giugno 2023, siamo subito andati a fare un sopralluogo al parcheggio Il Duomo e poco dopo abbiamo messo a disposizione l’ex scuola di Montalbuccio, poi destinata a Cas. Abbiamo attivato risorse economiche, servizi, disponibilità verso le associazioni del terzo settore, ora questo secondo dormitorio. E abbiamo partecipato attivamente al tavolo presieduto dal cardinale Lojudice. Credo che il Comune abbia fatto tutto quanto di propria competenza e anche oltre".