DILAURA VALDESI
Cronaca

Trasporta gli operai dentro il cofano. Non avevano il permesso di soggiorno

Arrestato imprenditore di Rapolano. Scattato il sequestro preventivo di 27mila euro e della sua ditta .

Ancora un blitz di Finanza e carabinieri forestali e dell’ispettorato del lavoro

Ancora un blitz di Finanza e carabinieri forestali e dell’ispettorato del lavoro

di Laura ValdesiTutta colpa dell’ispezione compiuta dai carabinieri forestali di Rapolano con i colleghi dell’ispettorato del lavoro di Siena. Nel luglio scorso erano andati in un cantiere, aperto per l’installazione di un impianto fotovoltaico, nella cittadina termale. Erano state rilevate alcune violazioni delle norme relative alla salute e alla sicurezza dei luoghi di lavoro anche nei confronti dell’impresa del pakistano finito adesso nei guai. E arrestato per una serie di reati che vanno, secondo quanto ricostruito dalla procura, dall’intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro alla detenzione di una carabina non denunciata. Avrebbe inoltre impiegato operai stranieri senza permesso di soggiorno. Fra le accuse il concorso in sostituzione di persona e falsa attestazione ad un pubblico ufficiale sull’identità. Carabinieri e Finanza hanno eseguito la misura cautelare in carcere nei confronti dell’imprenditore e quella reale di sequestro preventivo, emesse dal giudice per le indagini preliminari nei confronti del pakistano. Come detto, l’uomo è recluso a Santo Spirito, bloccata la somma di 27mila euro, finalizzata ad una futura eventuale confisca. Scattato anche il sequestro preventivo della ditta individuale per servizi in agricoltura e della società a responsabilità limitata riconducibili all’indagato.

L’inchiesta si è fondata su testimonianze, osservazione diretta e pedinamenti, unitamente all’uso di telecamere. "La guardia di finanza – spiega la procura – ha svolto accertamenti economico-patrimoniali nei confronti dell’indagato e delle sue attività individuando i beni ad esso riconducibili, comprese le disponibilità finanziarie, da sottoporre a misura ablativa privandolo così delle ricchezze illecitamente accumulate".

L’accusa più grave che viene rivolta all’indagato è di aver usato 8 cittadini stranieri identificati nel corso delle ispezioni, sfruttandoli. Approfittando della condizione di bisogno gli avrebbe dato un salario inferiore a quello previsto dal contratto, costringendoli a turni di lavoro anche di 12-14 ore, senza godere del riposo settimanale. Sarebbero state violate le regole in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Vale a dire niente dispositivi di protezione individuali, né formazione sulla sicurezza, né sorveglianza sanitaria. Anche i modi di controllo dei lavoratori sarebbero stati "degradanti", a partire dal trasporto nel cofano dei mezzi aziendali per eludere i controlli. Inoltre si contesta all’imprenditore di aver impiegato persone senza permesso di soggiorno concorrendo in sostituzione di persona e falsa attestazione ad un pubblico ufficiale sull’identità.