Siena, 24 dicembre 2024 – Rudyard Kipling avrebbe scritto un libro affascinante su Virginia, se fosse vissuta fra fine ’800 e inizio ’900. Trentadue anni, senese, laurea triennale in Tecniche dell’allevamento animale ed educazione cinofila conseguita a Pisa, è un’eroina moderna degli animali. Ha ’abbracciato’ nella fattoria didattica che porta il suo nome, Pernici appunto, tanti esemplari di molte razze destinati probabilmente a fare una brutta fine. E che sono invece diventati beniamini di bambini, studenti e adulti, vivendo coccolati e accuditi. «Sono 63, di cui venti alpaca, il nucleo originario della mia attività quando ero a Ponte d’Arbia», racconta Virginia. Seppure in attesa di un maschietto che verrà alla luce a marzo continua a lavorare nel suo mondo fatato a Fogliano, cinque minuti da Siena. A due passi dalla proprietà di Mario Savelli. «Sono nata con la passione per gli animali, non ho ricordi senza di loro. Mamma e nonno se vedevano qualche esemplare in difficoltà lo curavano e salvavano», svela la giovane donna che anni fa ha portato i suoi alpaca in televisione.
Virginia, perché ama proprio questi animali tanto da aver aperto la prima fattoria didattica con loro?
«Erano nuovi, poco conosciuti, iniziai con due. Askan, lo stallone della fattoria, gentile ed educato, con lui si può scalare l’Everest. Poi il mio Spok, il più addestrato che accende luci, suona campanelli ed è un grande mangione. La fattoria, come ho sempre detto, è lo scopo di una vita e la voglia di regalare sorrisi ed emozioni alle persone che amano gli animali come me. A fare trekking con gli alpaca sono anche tre asini, i bambini li spazzolano, montano in groppa. Sono divertenti. Poi tre lama che stanno con gli alpaca, ho anche tre daini, altrettante pecore e capre».
Perché spostarsi da Ponte d’Arbia?
«Il terreno del nonno materno su cui avevo iniziato era diventato troppo piccolo, di qui lo spostamento a Fogliano nella proprietà del nonno paterno dove c’era la possibilità di vivere all’interno della Fattoria didattica. Quando gli animali non stanno bene devi essere sempre presente, sono parte della nostra famiglia».
Molto numerosa visto che siamo a quota 63 esemplari.
«Gli alpaca sono diventati 20 e si può fare trekking con loro, a Fogliano abitano poi due cavalli, un purosangue recuperato dalle corse in ippodromo che era a fine carriera, più la frisone araba Nina che ho visto nascere nel maneggio che frequentavo».
C’è una storia di affetti in ogni vicenda che la riguarda.
«In realtà il mio è uno stile di vita più che un lavoro. Ho realizzato il sogno, seppure ci siano sempre difficoltà».
Anche dei pony nella tenuta.
«Recuperati dalla Valle d’Aosta , un sequestro per maltrattamento, cercavano fattorie didattiche. A loro ho veramente ridonato la vita. Come al cammello che era in condizioni abbastanza critiche quando arrivò. Ha messo su 200 chili, rialzato le gobbe. Era aggressivo, ora interagisce con i bambini. Tutti vivono liberi, quando arrivano le persone sono loro che entrano nello spazio degli animali».
Sveliamo alcune curiosità.
«La puzzola domestica che si fa accarezzare dai bambini. Fra i più apprezzati c’è Giustino, l’emù che con me aspetta i visitatori e ci accompagna in tutto il percorso. Ama farsi fotografare. Quanto al cammello, Fausto, mangia le carote che gli danno i piccoli e, dopo il raid della volpe che ha fatto fuori le galline ornamentali, il gallo si rifugia sulla sua gobba perché lì si sente al sicuro».
Vengono solo le scuole a Fogliano?
«Molte classi, da Siena e provincia, ma anche tanti privati e appassionati».
Il sogno di Virginia?
«Poter realizzare una struttura coperta per feste e compleanni. Soprattutto portare gli alpaca in corsia all’ospedale di Siena per la pet therapy».