
Gli anziani sono le ‘prede’ preferite dai truffatori (foto d’archivio)
Siena, 3 aprile 2019 - «Sono stato truffato. Racconto la mia storia perché spero che nessuno caschi nello stesso tranello della finta eredità». E’ amareggiato. Arrabbiato con se stesso per non aver capito subito che dietro l’abbaglio del denaro – tanto – c’era un raggiro. «Ho perso oltre 50mila euro facendo addirittura finanziamenti che adesso devo pagare per supportare fantomatiche tasse», dice l’uomo. Ha 44 anni e vive nella nostra provincia. Attraverso il suo avvocato, Giacomo Mancini, si è rivolto alla procura presentando un esposto contro ignoti dove descrive la sua odissea. «Sono certo che sarà prestata massima attenzione alla vicenda. Il mio assistito – sottolinea il legale – è molto provato e mi ha riferito cosa era accaduto, quasi vergognandosi di essere finito al centro di una truffa internazionale».
«Mi sono fidato di una persona conosciuta ai tempi dell’Università», svela. Il primo contatto su Facebook. Quanti amici di scuola si ritrovano sui social. Poi la scoperta che la donna aveva ereditato una somma di denaro consistente nel suo Paese, ossia il Burkina Faso. Cifre milionarie. «Mi ha inviato documenti, alla fine mi sono detto ‘sarà vero’. Di più. Chissà che non sia il colpo di fortuna che cambia la vita. Mia e della famiglia. Se avrò dei soldi riuscirò a pagare il mutuo della casa e a garantire un futuro tranquillo», racconta il 44enne. Invece sono iniziati i guai perché si è imbattuto in professionisti della truffa. Sembrava davvero che la donna avesse ereditato un patrimonio da favola, quasi 4 milioni di euro. Cercava un assistente per gestirlo. Il contatto fra i due avveniva via mail, venivano inviati documenti. Tutto sembrava credibile. Soltanto più tardi, compreso l’inganno ed entrato in scena l’avvocato Mancini, è apparso chiaro il raggiro ben organizzato. Nel quale, ma sarà la procura a verificarlo, erano successivamente entrati in scena anche presunti funzionari di ambasciata e ministero, un notaio. Infine la richiesta di denaro, pressante, a cui aveva fatto fronte con bonifici bancari. A loro dire servivano per sbloccare l’eredità e somme ad essa relative. Prima alcune migliaia di euro, poi altre ancora. Fino a superare quota 50mila euro. Un gruzzolo consistente. Così abili, i truffatori internazionali, da fargli recapitare anche una carta di credito intestata a suo nome. Peccato, però, che a seguito di contatti con il Burkina e la Costa d’Avorio sia emerso che l’intero castello messo in piedi era una truffa. E i documenti costruiti ad arte.
«Ho sbagliato a non confidarmi subito con mia moglie e con un professionista che mi avrebbe potuto aiutare. Ero come plagiato – conclude il 44enne –, ho rischiato di distruggere la mia famiglia. Lei non sa quanti schiaffi mi sono dato. Ora sono lucido ma se uno non fosse moralmente forte non riuscirebbe a farcela». Non riesce a parlare per l’emozione ma aggiunge: «Il messaggio che voglio dare è di tagliare subito i ponti quando vengono chiesti soldi. Senza pensarci un secondo».