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Truffano anziana senese. Condannati due giovani. Uno ha chiesto scusa

Uno patteggia 1 anno e 8 mesi e torna libero. Ieri era con i genitori in tribunale. L’altro, anche lui campano, resta in carcere: pena di 2 anni e 13 giorni .

Basta giocare sui sentimenti degli anziani (foto archivio)

Basta giocare sui sentimenti degli anziani (foto archivio)

di Laura ValdesiSIENATruffatori. Un’anziana senese era caduta nella loro rete. In verità, la trappola era stata tesa da altri di cui non si conosce l’identità. Rimasti nell’ombra. Quelli che avevano fatto la telefonata, primo atto del raggiro. Ad essere scoperti con le mani nel sacco erano stati infatti i due andati a casa della pensionata. Dopo aver consegnato il denaro necessario per tirare fuori dai guai il figlio (che in realtà stava benissimo e non aveva alcun problema) si era accorta della beffa, avvertendo la questura. Bravi poi gli uomini della Stradale ad intercettare in autostrada, mentre rientravano in Campania, i due presunti truffatori. Arrestati e finiti ai domiciliari nell’ottobre scorso. Ieri sembravano tutt’altro che aggressivi davanti al gup Chiara Minerva a cui, attraverso i loro difensori – gli avvocati Filomena D’Amora e Salvatore Sorrentino – hanno chiesto di patteggiare per la truffa. Il più giovane, 28 anni, era accompagnato anche dalla famiglia in tribunale. Sembrava spaesato. Essendo incensurato, il gup l’ha condannato ad un anno e 8 mesi. Nell’udienza precedente aveva anche fatto una lettera di scuse alla pensionata raggirata. Insomma, era pentito di quanto accaduto, del resto aveva subito ammesso il fatto. Avanzando anche una proposta di risarcimento. L’altro imputato, 34 anni, anche lui campano, con il quale era stato trovato in auto, ieri è stato portato via dagli agenti penitenziari: resta infatti per lui la misura cautelare. La pena patteggiata? Due anni e 13 giorni.

La tecnica utilizzata, come detto, quella di sempre. Con la telefonata del finto incidente al figlio in cui erano rimaste coinvolte più persone. Perciò era in caserma. E se voleva tirarlo fuori dai guai servivano soldi utili ad acquisire documenti del sinistro e a fornire al proprio caro assistenza legale. Doveva mettere tutto in un sacchetto, sarebbe passato un amico a ritirare quanto era riuscita a mettere insieme. Poi la fuga in macchina sull’autostrada dove erano stati fermati dalla Stradale agitandosi troppo. Così il raggiro era stato sventato, ieri la condanna. Ma i pensionati presi di mira continuano ad essere ancora troppi. Tanti cadono nella trappola di chi fa leva sui loro affetti più cari.