ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

Turismo, 2024 con il segno più. In cinque anni boom della Valdorcia

La nota congiunturale Irpet sulla prima parte dell’anno: tutti gli àmbiti della provincia sono in crescita. Guiggiani: "Merito soprattutto dei visitatori internazionali. Il calo degli italiani invece preoccupa". .

Turismo, 2024 con il segno più. In cinque anni boom della Valdorcia

Una bella stagione per il turismo a Siena e in provincia

Da una parte la crescita degli stranieri e in particolare il ritorno degli statunitensi, dall’altra la diminuzione degli italiani. La fotografia della nota congiunturale Irpet sui flussi turistici dei primi sette mesi del 2024 consegna comunque un saldo positivo per la provincia di Siena, con una crescita che premia in particolare l’àmbito Terre di Siena (quindi anche il capoluogo, con un più cinque per cento), quindi la Valdorcia, la Valdichiana e l’Amiata, in maniera più contenuta ma comunque con il segno più le Terre di Valdelsa e il Chianti.

Nel confronto 2024/2019 spicca invece (sempre sui primi sette mesi dell’anno) il balzo di oltre il venti per cento della Valdorcia. "Non è un caso, è il risultato di una forte azione di comunicazione diretta e indiretta per promuovere le proprie bellezze", spiega Roberto Guiggiani, docente di evoluzione dei mercati turistici alla Fondazione Campus e operatore del settore turistico da tutta la vita su diversi fronti.

Guiggiani, come legge gli ultimi dati sul turismo?

"I dati 2024 diffusi dall’Irpet fotografano la crescita dei flussi internazionali e in particolare proveniente dagli Usa, quindi i territori che rispondono più a questa vocazione, come le città d’arte e l’entroterra, ne hanno tratto il maggior beneficio".

E gli italiani?

"Questo è il rovescio della medaglia: c’è un forte calo, non solo legato al rimbalzo del 2022 quando dopo il Covid era più difficile andare all’estero. Già nel 2023 la tendenza era questa".

Per quale motivo?

"Diminuiscono anche i toscani che fanno vacanze in Toscana, tradizionale garanzia di presenze. E la causa principale sono i prezzi troppo alti per le tasche degli italiani".

Guardiamo ai dati senesi: come vanno letti?

"Della Valdorcia e della grande azione di promozione degli ultimi anni abbiamo detto. Qualcuno invece è fermo da tempo su comunicazione e innovazione, come il Chianti. Se togliamo l’Eroica e la grande tradizione del Chianti Classico, sul fronte turistico si è fatto poco".

E il capoluogo?

"Da tanti anni non c’è una vera politica di gestione turistica. Siena cresce perché è una città meravigliosa ed è una grande destinazione internazionale. Ma guarda caso tutti quelli che vengono qui vogliono passare dal Duomo, l’unica realtà che ha veramente investito in promozione e comunicazione".

Si parla però dei rischi di troppe presenze: è così?

"Al momento mi sembra prematuro parlare di overtourism a Siena, ma credo che da qui a qualche anno potremmo trovarci in difficoltà, perché i numeri comunque aumentano in continuazione. Anche per questo va fatto un lavoro importante sulle politiche dell’accoglienza".

In complesso il settore è in salute?

"In provincia di Siena il turismo sta generalmente bene, dovremo semmai anche noi iniziare ad affrontare il calo di presenze a luglio e agosto che già si verifica. Le temperature molto alte non favoriscono la presenza soprattutto nelle città, i numeri lo dimostrano".