MASSIMO BILIORSI
Cronaca

Tutti i colori del mondo. Il dono di Guasco a Siena

L’artista usa lo stile Liberty: "La città la più bella modella che abbia mai avuto"

Tutti i colori del mondo. Il dono di Guasco a Siena

Il Palio portato via dall’Entrone

Il drappellone di Riccardo Guasco è accolto con un convinto e spontaneo applauso dai senesi. E’ un’opera apparentemente semplice che ruba tutti i colori del mondo e li offre alla Festa, portando via il grigio e l’ansia di una paura che ci toglie spesso il bello della vita. Il suo composito slancio è denso di "energia, vitalità e fantasia", come ha messo in evidenza una soddisfatta Nicoletta Fabio, sindaco di una città raffigurata in un divertente e divertito liberty anni duemila. Questo è Guasco che non ha tradito il suo stile, anzi il paragone con i bambini del primo cittadino calza a pennello: somiglia ai primi libri dei piccoli, poche parole e tanti colori. Ed il colore, lo sappiamo, è il tocco dell’occhio, la musica dei sordi. Ci sono l’azzurro, il blu, il rosso, la terra di Siena e poi c’è il colore indefinito dei sogni.

"Al centro i cavalli, i grandi protagonisti – osserva Ale Giorgini – della carriera, figure rigorose nella loro statuarietà, ma allo stesso tempo fluide nel loro movimento", non vi è incertezza, anche perché nessuna opera che non abbia un carattere proprio, originale, può essere un capolavoro. Risuonano nel Cortile del Podestà gli antichi insegnamenti del "padre" Savignac, l’illustratore per eccellenza della prima parte del Novecento. Il manifesto è arte per strada e questo risuonerà per molto tempo. Guasco parte dai barberi e arriva ai pianeti, un filo rosso che ci dimostra che l’idea è sempre la spina dorsale dell’illustrazione, e nel colore l’elemento capace di rendere il tutto più rigoroso e piacevole. "Siena è stata la più bella modella che abbia mai avuto!", la sintesi, nell’opera e nella parola, sono le chiavi vincenti di questo autore che si è tuffato nel gorgo delle passioni e le ha rappresentate con una geniale ironia e forse autoironia. E poi, se sostituiamo il cavallo, simbolo primario, con una bicicletta anni Trenta, siamo in mezzo a un manifesto liberty a tutti gli effetti, pronto a ispirare la festa della Contrada (assai fortunata anche in questo senso) che se lo porterà a casa. Guasco era di casa a Siena prima di esserci arrivato: questo è il miracolo di un felice connubio fra lui e questo insano microcosmo. Sembra che i senesi, senza tanti giri di parole, gli abbiano sussurrato, alla Paolo Conte, "Meglio che tu apri la capote, e con i tuoi occhioni guardi in su, beviti ‘sto cielo azzurro e alto che sembra di smalto e corre con noi!".