Uccisa con una fucilata. Reperti biologici ai raggi x

Il 30 ottobre i Ris non tornano nella casa di via del Villino, teatro della tragedia. Proseguono gli accertamenti a Roma anche sui residui di sparo prelevati.

Uccisa con una fucilata. Reperti biologici ai raggi x

Polizia e. pubblico ministero davanti all’ingresso della casa di via del Villino

Una donna di soli 33 anni è morta, Yuleisi Manyoma Casanova, il 10 agosto scorso. Centrata da un colpo di fucile in fronte. Faceva la cuoca in un locale del centro storico della città, ha lasciato la sua bambina ancora piccola. Che aveva tanto bisogno di lei. Il suo compagno, Fernando Porras Baloy, si trova in carcere per la detenzione illegale del fucile calibro 16 da cui ha esploso il colpo che le ha stroncato la vita. Un giallo ancora da risolvere, a parte la certezza sul fatto che sia partito dall’arma che il 26enne maneggiava in camera e che è bastato uno soltanto per uccidere Yuleisi. Il compagno è indagato per omicidio doloso aggravato dalla relazione affettiva e dalla convivenza, per maltrattamenti in famiglia e anche perchè in casa sarebbero stati trovati 80 grammi di hashish. Ma il ’cuore’ del giallo è capire se l’uomo voleva ucciderla oppure la fucilata è partita accidentalmente, come lui sostiene. Per questo c’è attesa di conoscere le risposte ai quesiti formulati dalla procura che dovevano essere depositate sul tavolo del pm Niccolò Ludovici entro due mesi dall’autopsia, effettuata il 13 agosto scorso. Riguardano anche il punto esatto dove è stata colpita la donna, i cui familiari sono assistiti dai legali Michele Bellandi e Vincenzo Di Benedetto. Dal medico legale la procura voleva sapere, come sempre ora della morte – dovrebbe essere avvenuta intorno alle 15,30 stando a quando furono chiamati i soccorsi –, soprattutto se la donna presenta lesioni o segni che possano far pensare ad una lite con il compagno. Piuttosto che ad un incidente, come sostiene l’arrestato. L’analisi delle piccole abrasioni sulla mano del meccanico, difeso dagli avvocati Leoandro Parodi e Alessandro Betti, sono importanti per capire se il segno è stato lasciato dall’esplosione o c’è stata una colluttazione con la compagna.

Certo è che mercoledì 30 il perito balistico del Ris di Roma non tornerà in strada del Villino. Proseguono però gli accertamenti nei laboratori della capitale che si concentreranno sui reperti biologici sequestrati e anche sui residui dello sparo recuperati dalla polizia scientifica. Per la perizia balistica è stata chiesta una brevissima proroga ma i primi giorni di novembre dovrebbe concludersi. E la squadra mobile che indaga capirà se il 10 agosto è stato consumato un omicidio oppure una tragedia accidentale.

Laura Valdesi