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Ucraina, da Siena appello alla pace. Manifestazione in centro: "Mandiamo ancora tanti aiuti"

Bandiere e canti in piazza Salimbeni per ricordare i tre anni dall’inizio dell’invasione russa. Gacci: "C’è chi ha un figlio o un parente che sta combattendo, non molleranno" .

Un momento della manifestazione che si è svolta ieri a Siena in piazza Salimbeni per ricordare i tre anni di guerra

Un momento della manifestazione che si è svolta ieri a Siena in piazza Salimbeni per ricordare i tre anni di guerra

di Laura ValdesiSIENADolore e fierezza. Negli occhi il desiderio di pace, dopo tanto sangue. Gli amici e i propri cari persi. "A volte preferisco non chiamare perché ho paura della risposta", confida una donna ucraina. Avvolta in una bandiera che le ha inviato chi combatte con i droni per ringraziare del materiale e degli oggetti inviati a chi difende il paese. Tre anni dall’inizio dell’invasione della Russia che anche a Siena, un nutrito gruppo di ucraine, ha voluto ricordare manifestando ieri in piazza Salimbeni con bandiere e cartelli. "Non avere paura", recita uno di essi riprendendo le parole di Giovanni Paolo II. Triste anniversario che cade in un momento particolarmente delicato del conflitto. "Il 24 saranno tre anni da quando la Russia ha lanciato l’invasione su vasta scala dell’Ucraina. Un giorno che rimarrà per sempre nell’infamia", ha scritto ieri su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che nelle prossime ore, insieme ad altri leader dell’Ue e dei Paesi europei, sarà a Kiev.

"Da otto anni ho una compagna ucraina, con lei sono da tempo impegnato negli aiuti, ininterrotti dall’inizio del conflitto ad oggi grazie anche all’Associazione ’Uniti per l’Ucraina’", spiega Stefano Gacci, arrivato a Siena da Follonica per dare man forte a chi manifesta. Sono almeno 800 le ucraine che vivono nella nostra provincia ma solo alcune decine hanno potuto lasciare l’attività e convergere in piazza Salimbeni. "Non ci siamo mai fermati nella raccolta – prosegue Gacci mentre le donne intonano canti e tanti si fermano a guardare –; la manifestazione quest’anno ha un valore diverso, le notizie che arrivano non sono molto rassicuranti. La narrazione del presidente Trump descrive Zelenski come un dittatore". "Un’uscita per ribadire che c’è voglia di pace. Buona parte delle donne presenti in piazza hanno un figlio o un parente in guerra. La maggior parte assiste i nostri anziani, già questo dovrebbe indurre a schierarci", aggiunge Gacci. "Cosa fare a livello locale? Sensibilizzare ancora e far capire alla gente che questa guerra deve terminare con una pace giusta, con il ritiro dei russi dai territori ucraini. Guai abbassare l’attenzione, questa guerra è alle porte dell’Europa. Se cade l’Ucraina ci sarà la Polonia, l’Estonia... ". Conferma "che il flusso si è fermato, molte donne arrivate con i figli sono tornate nel loro Paese. Desiderano ricostruire quanto perso". Gacci ricorda che al momento della tragedia di Cernobyl gli italiani aiutarono gli ucraini accogliendo i bambini, furono ospitati in Italia. Sono sempre stati riconoscenti di ciò e cercano di contraccambiare", conclude lanciando un appello: "Vogliamo la pace".