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Un colpo di fucile in via del Villino. Così muore Julia uccisa a 33 anni

Era in casa assieme al compagno, a parenti e amici. Uno sparo nel pomeriggio, la donna colpita in fronte. L’inchiesta della procura.

Un colpo di fucile in via del Villino. Così muore Julia uccisa a 33 anni

Yuleisy Manyoma, 33 anni, colombiana, lavorava in cucina nel noto locale Conca d’Oro

di Laura Valdesi

"Che è successo? Un colpo di pistola? O di fucile?". "Una donna morta?". Sono passate da poco le 15.40, via del Villino si riempie di polizia. Primi ad arrivare sono gli uomini della Volante, chiamata perché è stato sentito un colpo. Grida terribili, disperate. Una giovane donna è morta. "Certo che li conosciamo, hanno un grosso cane pit bull che portano fuori", raccontano diversi vicini di casa. Increduli. Cercano di capire il perché della tragedia che si è consumata in un coppia che sembrava affiatata. "Stranieri ma stanno qui da una vita", ripetono tutti. Però la cronaca racconta di una di giovane con un colpo in fronte esploso da un fucile, con conseguenze che, facile immaginare, sono state devastanti. Di una bambina di dieci anni che è rimasta senza madre. Di un uomo che la polizia ha fatto salire sulla macchina di servizio per essere portato in questura. Sarà qui che, per lungo tempo, nel riserbo più assoluto delle indagini, verrà sentito il compagno della donna, Fernando. Gli uomini del vice questore aggiunto Riccardo Signorelli vogliono ricostruire con lui, passo dopo passo, cosa è accaduto mentre manipolava il fucile. Perché lo aveva, probabilmente non poteva neppure tenerlo. Com’è possibile che la donna, che tutti chiamavano e conoscevano come ’Giulia’, è morta centrata da un colpo in fronte. Perché il fucile era carico. Tante domande da cui dipende la posizione dell’uomo. "Un omicidio", si ripete nel quartiere. "Una donna è stata uccisa", altri ripetono.

"No, non è possibile che sia Giulia, era così gentile", ricordano alcuni anziani della zona che la giovane salutava mentre passeggiavano. I tre ragazzi, anch’essi colombiani, che si trovavano nell’appartamento al momento della tragedia sono scossi. Uno di loro è anche senza ciabatte, inizialmente. Si guardano fra loro. Guardano tutta la gente che è accorsa lì. Sanno che dovranno riferire tutto alla polizia. Gli uomini della mobile non fanno passare nessuno, finché non arriva il pm di turno, Niccolò Ludovici. Vengono svolti i primi accertamenti ma occorre, com’era stato per il delitto di Largo Sassetta, ricorrere alla polizia scientifica di Firenze per trovare impronte, segni, ricostruire la posizione del corpo della donna. Ogni particolare servirà alla procura per capire se è stata davvero una tragica fatalità. Un incidente. Il procuratore Andrea Boni arriva in via del Villino alle 19,30. Parla con il pm di turno, si reca nella stanza dove c’è ancora il corpo di Yuleisy. E poi si allontana limitandosi a dire "lasciateci lavorare".

Un’ora prima al civico 14 era arrivato anche il professor Mario Gabbrielli, medico legale incaricato dalla procura del sopralluogo. E che sicuramente svolgerà l’autopsia sulla donna. Il corpo è stato trasferito dal servizio funebre della Pubblica assistenza al policlinico, venendo portato via dall’abitazione poco dopo le 20.30. L’incarico verrà dato nei prossimi giorni, probabilmente domani. Anche a tutela dell’uomo che potrà nominare un legale.

"Cosa ho sentito? Lo sparo, per l’esattezza un tonfo. Ero lì in terrazza e ho udito questo boato", racconta la signora Giuliana che abita nella palazzina di fianco alla villetta della tragedia. "Che cosa è successo, mi sono chiesta. Poi ho cominciato a sentire strillare. Berciavano, urlavano. Poi ho visto arrivare l’ambulanza, l’automedica", aggiunge.