I numeri premiano il Museo archeologico di Monteriggioni. In appena undici mesi di attività, è stato inaugurato il 22 luglio dello scorso anno, il Mam ha raggiunto e superato quota 20mila presenze. Tantissime, considerando che stiamo parlando di un piccolo-medio museo. "Abbiano superato ogni più rosea aspettativa – spiega il direttore del Mam, Giacomo Baldini – si tratta di una media ‘irreale’ per un museo di queste dimensioni, e non solo per questa categoria. si viaggia a una media di 65,35 visitatori al giorno. un risultato che ci onora e riconducibile a una serie di elementi, tra cui la strategia della decentralizzazione. I flussi turistici che arrivano al Castello, il luogo più noto e visitato, un vero e proprio catalizzatore, vengono poi orientati verso le altre proposte culturali del territorio, tra cui il Museo archeologico, che del territorio racconta la storia andando a ritroso nel tempo". Come dire, insomma, che le mura di Monteriggioni cantate nella Commedia, il sito più conosciuto e con più appeal, fanno da volano alle altre offerte del territorio, portando visitatori anche al Mam, che tra l’altro può contare su una ‘casa’ di assoluto pregio, il millenario complesso di Badia Isola. "Il successo non è dovuto solo al fatto di avere aperto un museo in un territorio in cui era assente- afferma ancora Baldini- Sono invece tanti i fattori che hanno contribuito e in particolare avere avuto, continuando ad averla, una visione illuminata e al passo con i tempi, se non anticipandoli. Il progetto Mam è stato impostato sul concepire il complesso di Abbadia Isola come un grande e unico contenitore culturale, destinato a tutti. Dove si raccontano le storie del territorio. Dove si ospitano a getto continuo eventi (spettacoli, presentazioni di libri, concerti, conferenze ecc.), si tengono iniziative universitarie destinate a produrre ulteriore sapere e cultura. Dove si è posto il centro di una ricerca archeologica quinquennale con la Sabap e con l’Università di L’Aquila che porterà a nuova conoscenza ma anche a ulteriori vetrine e narrazioni all’interno del Museo stesso. Un museo con caratteristiche inedite per questo territorio e di cui fanno parte la socializzazione, l’educazione, lo scambio, l’emozione e il divertimento, non ultime le attività e i contenuti etici del progetto Alzheimer". Un museo ‘vivo’ per dirla con l’ antropologo Alberto Mario Cirese, e per questo premiato dai numeri.