REDAZIONE SIENA

Un puzzle di anime, questa è l’Onda: "Abbiamo narrato attimi di vita"

Presentato il numero unico "che è via di mezzo fra cronaca e romanzo". "Un’opera artistica", dice il priore .

Presentato il numero unico "che è via di mezzo fra cronaca e romanzo". "Un’opera artistica", dice il priore .

Presentato il numero unico "che è via di mezzo fra cronaca e romanzo". "Un’opera artistica", dice il priore .

di Laura Valdesi

SIENA

"Anima: parola chiave e architrave di quest’opera. La definisco così perché quando una cosa la fai con senso dell’innovazione e creatività possiede senso artistico", sintetizza il priore dell’Onda Massimo Spessot il ’cuore’ del numero unico per la vittoria del Palio di Provenzano. "E mi auguro che gli ondaioli lo leggano con il cuore e al contempo, appunto, con l’anima. Un valore importante, in tempi nei quali le relazioni e i sentimenti s’inaridiscono, se le cose si fanno con l’anima diventano indelebili e preziose", aggiunge Spessot. "Potevamo raccontarvi i fatti ma sarebbe stata una cronaca di eventi già conosciuti – l’incipit del librone –, abbiamo voluto fare una scelta diversa, narrando sensazioni, pensieri, speranze, paure. Anziché proporvi notizie abbiamo narrato attimi di vita". Ecco il filo conduttore di ’Dalla nostr’anima’, questo il titolo scelto attingendo all’inno dell’Onda. "Lo guarderò bene a casa, con calma", confessa Brigante che si gode la festa accanto al capitano Alessandro Toscano. E subito dopo auspica "che momenti così si ripetano quanto prima. Ti rendi conto ancora di più di quello che hai fatto: hai reso una Contrada felice". Dribblando gli argomenti palieschi, a partire dal futuro del vittorioso Tabacco: "Ha un proprietario e deciderà lui".

Ancora "anima", la parola chiave della presentazione di un numero unico applaudito e tutto da scoprire. Spessot cita Socrate, ribadisce "che è la parte migliore dell’uomo. Di tutti noi". Parla invece di "lavoro intenso e complesso", Guido Bellini che è stato il coordinatore dell’opera nella commissione guidata dal suo amico d’infanzia, il vicario Giulio Salvini. "Un’idea condivisa da tutti in cui ciascuno ha dato il suo apporto senza passare davanti agli altri", aggiunge sottolineando la coralità. E ringraziando priore, capitano e fantino "perché senza di loro non saremmo qui". "Una via di mezzo fra cronaca e romanzo", definisce il librone della vittoria Jacopo Rossi. "Un racconto perché è fatto di emozioni e di pensieri ma diverso in quanto non segue il filo logico di articoli monolitici" puntando ad essere "rappresentazione fedele della Contrada e del Palio che sono un puzzle". Una massa disomogenea diventa flusso di anime che s’intersecano. Stuzzica poi la curiosità degli ondaioli quando svela che le pagine sono fatte di "punti di vista, i loro. Il Palio è un po’ da sempre la fiera delle opinioni. Che messe insieme diventano un libro. Non vi siete accorti che sono state fatte domande a tradimento,le risposte trascritte nel numero unico. Non lo sapevate ma l’avete fatto voi", aggiunge Rossi. "Un concetto molto bello quello di Jacopo – osserva a margine il priore – dicendo di aver vinto tutti e 47 e mezzo i Palii. In queste occasioni andiamo tutti con il pensiero all’amico e al familiare che non c’è più". Il passato si fa presente e il presente un ponte sul futuro. L’Onda di ieri, di oggi e di domani si incontra vincendo sulle caducità terrene. Tra il tufo e il cielo, la compresenza delle anime.