
Un senese agli Europei. Dai Piccoli Delfini al grande calcio, Rossi protagonista in Albania
Venerdì sera era in campo a Chsinau, capitale della Moldavia, a festeggiare. Ieri, quasi senza voce, stava preparando la partita che domani sera si trasformerà in una grande festa contro le Far Oer, perché l’Albania ha già ottenuto la qualificazione agli Europei di calcio in Germania. "Sarà come giocare in casa, perché là c’è una foltissima comunuità albanese", spiega Alarico Rossi, senesissimo, dell’Onda. Il suo ruolo è quello di capo match analyst. Tradotto, analizza le partite ed estrapola dati di ogni genere, produce video per squadra, staff e giocatori, segue i giocatori albanesi sparsi in tutto il mondo. E mai espressione fu più corretta, anche se ultimamente le cose sono un po’ cambiate: "Alla prima convocazione, avevamo giocatori da 18 campionati diversi, dall’America alla Siberia, dalla Scozia a Lecce. Ora siamo per lo più concentrati nei principali campionati europei, ma comunque il raggio d’azione è molto largo. E ovviamente si lavora senza date, non esiste Palio e non esiste Natale: il 16 agosto giocano le coppe europee, il 25 dicembre i campionati arabi e servono report immediati".
In realtà Rossi non è un semplice match analyst, è un punto di riferimento della federazione di calcio albanese che su di lui ha costruito un progetto basato sull’innovazione. Una strada che Rossi ha imboccato una decina di anni fa: "Ho fatto tanta gavetta, a un certo punto ho capito che se volevo avere un futuro nel calcio dovevo lavorare con la tecnologia". Quando parla di gavetta non scherza, è stata gavetta vera, come dimostrano i principali passaggi di questa lunga avventura. E non si può che partire dalle radici più profonde: "Nel 2006 allenavo i Piccoli Delfini al Nirvano Fossi, Claudio Casini mi vide e mi propose di andare a guidare gli esordienti dell’Asta Taverne". E poi i giovanissimi a San Gimignano, la Grevigiana ("ieri mi ha chiamato Fabio Consigli, gli ho ricordato quando mi mandò a visionare l’Olimpic Montelupo"). Quindi il corso Uefa B e la conoscenza di Christian Amoroso che segue a Pisa, Allievi e Berretti, girando l’Italia a vedere partite. Lì la svolta della tecnologia, il corso a Coverciano che passa con i voti migliori, i master a Liverpool, la chiamata a Livorno. E poi, con Christian Panucci, l’approdo in Albania, dove resta anche con Edy Reja e ora con Silvinho.
Una svolta personale profonda quest’ultima. "Il 9 gennaio 2022 il nuovo allenatore veniva presentato al mattino – ricorda Rossi – alle due del pomeriggio mi veniva detto che mi sarei dovuto trasferire in Albania, non solo per brevi periodi. Questo ha cambiato la vita di tutti noi e senza avere dietro soprattutto Caterina, Giorgia e Ginevra non sarebbe stato possibile. Questo successo è anche per loro".
Ora questa grande avventura agli europei, che rappresenta qualcosa di più di un torneo di calcio per l’Albania. "Questa è una nazione della diaspora, 2,5 milioni abitano qui, 9 sono sparsi per il mondo. La lora patria vera è la casa, ma in comune hanno la lingua, la bandiera e la nazionale di calcio, per questo la qualificazione è un grande evento", racconta Rossi. "E anche per questo – aggiunge – la pressione è tanta quando le cose non vanno e l’entusiasmo alle stelle quando invece i risultati ci premiano. Andiamo agli europei consapevoli dei nostri mezzi. Possiamo anche essere inferiori agli altri, ma la coesione e il senso di appartenenza sono la nostra forza".