"A me un articolo lo dedicherai solo quando sarò morto!". Eh no, carissimo Alessandro, chi meglio di te si merita uno spazio e soprattutto l’attenzione, in primis del nostro grande Augusto Mattioli e della sua macchina fotografica. Alessandro Leoncini, qui circondato da altri panterini nell’agosto del 1984, è un personaggio davvero (felicemente) atipico. È uno storico prolifico che non fa passere inutilmente il tempo: se dovessimo elencare tutte le sue pubblicazioni, o gli interventi-contributo che generosamente ha realizzato, dovremmo dedicagli uno speciale del giornale.
Di Siena conosce tutto: la grande storia, che talvolta ha avuto il modo di "dissacrare" attraverso preziosi ritrovamenti, ma anche quei dettagli che a prima vista possono sembrare particolari trascurabili, ma che in realtà celano proprio quei grandi eventi che hanno cambiato il corso della storia. Dal 1994 è stato responsabile dell’Archivio Storico dell’Università di Siena: un po’ come mettere un topo nel magazzino dei formaggi. È il suo mondo: gli archivi sono il suo ideale microcosmo.
Ma siccome qualcosa di oggettivo dobbiamo citare, non possiamo farne a meno, firmato a quattro mani con Giuliano Catoni, ricordiamo "Cacce e tatuaggi. Nuovi ragguagli sulle Contrade di Siena" del 1994. Un passaggio obbligato per chi vuole entrare in certe genesi territoriali. E poi, ripreso in parte come soggetto anche quest’anno per il Comitato Amici del Palio, il volume "I tabernacoli di Siena", dove storia e passione per i nostri simboli si mischiano alla perfezione. Ora, ditemi voi, se in questo caso la sempre necessaria modestia non debba andare a farsi benedire: aggiungiamo alle decine di pubblicazioni, l’organizzazione di due importanti mostre: nel 2011 "Studenti e professori in battaglia. L’Università di Siena nel Risorgimento" e "L’école del Médecine à Sienne. Napoleone e Paolo Mascagni, insoliti protagonisti della medicina senese" del 2016.
È stato detto e scritto che genio e virtù si travestono di sfumature di grigio più spesso che dei colori brillanti di un pavone. È proprio il caso del grande Leoncini, che molto spesso amabilmente "saccheggiamo", andando a pescare in qualche angolo nascosto delle sue pubblicazioni. Basta citare e lui le citazioni le merita ogni giorno.