Sono trascorsi 4.372 giorni, da quel 22 febbraio 2013, quando anche gli scenari istituzionali cittadini furono travolti, in quel tempo di indagini, perquisizioni e intercettazioni che, poco dopo, avrebbe avuto come climax drammatico la morte di David Rossi. Sono trascorsi 4.372 giorni da un avviso di garanzia a un’assoluzione: comunque la si pensi, un tempo inaccettabile per chiunque.
Quel giorno si interruppe bruscamente la corsa alla ricandidatura a sindaco di Franco Ceccuzzi, anche se la decisione sarebbe stata ufficializzata pochi giorni dopo. Era un venerdì, il 22 febbraio, alla vigilia delle elezioni politiche. La decisione fu immediata, ma la conferenza stampa fu convocata a urne chiuse. "È necessario separare la vicenda personale da quella pubblica che interessa la città", disse Ceccuzzi. Un passo indietro inevitabile, che ha cambiato la storia politica della città, oltre ai destini personali.
Il percorso interno non era stato facile, dopo le dimissioni seguite alla crisi sul bilancio, il commissariamento, i contrasti sulle primarie con Bruno Valentini (che poi avrebbe preso il suo posto come candidato Pd e sarebbe diventato sindaco). Ma Ceccuzzi sarebbe comunque stato ricandidato, contro Eugenio Neri che guidava uno schieramento civico e di centrodestra e che poi sfiorò la vittoria per 820 voti. E invece, quel giorno, la corsa si interruppe bruscamente. I segretari cittadino e provinciale del partito, Giulio Carli e Niccolò Guicciardini, provarono a prendere tempo ma da subito era chiaro che la corsa alle amministrative si sarebbe fermata subito.
Così fu, all’indomani della batosta elettorale del Pd che in città perse il 13 per cento alle politiche, rispetto a cinque anni prima. Erano i mesi delle inchieste sul Monte dei Paschi, delle indagini su Mussari e Vigni, delle ipotesi sulla cosiddetta “banda del 5 per cento“. I processi hanno poi raccontato un’altra verità giudiziaria, come ora nel caso del crac Amato.
Era il 22 febbraio 2013. Dodici giorni dopo sarebbe morto tragicamente David Rossi.