
Quando pensiamo a modi e possibilità di un sentito rilancio cittadino, in sintonia con la nostra identità, dobbiamo rifarci ad esempi che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi e che mostrano una vitalità, in questo caso quasi secolare. Con un pizzico di eleganza e con assoluta coerenza possiamo riavvolgere il nastro per la vicenda imprenditoriale, ma vorremmo subito aggiungere umana, della gastronomia Morbidi, avventura iniziata nel 1923 e che quindi sfiora ormai il secolo, che oggi mostra, come la punta di un appetitoso iceberg, il negozio a due piani di via Banchi di Sopra, ma che comprende anche tutta la produttività della Salcis (Società Anonima Lavorazione Carni Insaccati Siena).
"Fu il mio progenitore Armando che rilevò con estremo coraggio – ci racconta Patrizia Morbidi – una latteria all’Arco dei Pontani, lasciando il sicuro impiego di banca". L’avventura ha quindi subito un tono epico, ma vorremmo aggiungere un crescendo: l’iscrizione, formale, alla Camera di Commercio è due anni successiva, e così dalla vendita di formaggi e poi di salumi, i passaggi hanno significato anche quel progredire che la città ha avuto dal dopoguerra in poi, quello di essere la provincia buona, di qualità, con un occhio al progresso ma i piedi puntati sulla tradizione.
E qui si gioca la partita vincente della ditta Morbidi, la distribuzione in tre negozi prima dell’unico attuale punto di vendita e di incontro. Quante volte abbiamo sentito dire in casa: "Ma faremo una buona figura con gli ospiti? Oh, che fai scherzi? Ho preso tutto dal Morbidi! Ah, allora…". Frase celebre che entrerebbe in un ipotetico dizionario della lingua senese. Dall’Arco de Pontani con via Montanini e Banchi di Sotto erano tappe immancabili di gastronomie raffinate, visto la maniacale ricerca anche di tutti gli ingredienti non prodotti rigorosamente in casa. E qui che si è creata la fama di "fare tutto da sé", con la Salcis per ovini e suini compresi, per rendere raffinato e senese ciò che viene prodotto. Dal 1978 l’apertura "per il Corso", biglietto da visita per chi arriva dalle nostre parti, non solo punto vendita, un salotto enogastronomico con una punta di assoluta certezza di stupore, come la mousse al prosciutto e la vitella tonné, portati a Siena in tempi non sospetti per suscitare altra meraviglia.
Poesia allo stato puro, si capisce proprio dalle parole di Patrizia Morbidi, che porta avanti una tradizione di discendenza con un entusiasmo che va oltre la responsabilità di ruolo, assieme ad Alessandra e Antonio, e poi sono già pronte altre generazioni. Cucina italiana e accoglienza senese: traspare un’altra ricchezza, quella di un personale preparato ma sempre di famiglia, e così questo romanzo mostra altri personaggi, come Enzo Provvedi, da poco Stella al merito del lavoro, che arricchisce ancora con la sua esperienza queste sale, e lo fa dal 1963. Il Morbidi risolve e incarna il meglio di quell’eleganza senese tutta sostanza ma anche un pizzico snob: qui oggi è luogo di conversazione, fra aperitivi e caffetteria, magari ordinando un provvidenziale catering. "Inventarsi sempre rimanendo sé stessi", ci dice sul finale, lo hanno fatto durante il più stretto lockdown con i particolari asporti, i box aperitivo da portarsi a casa, perché, ormai lo sappiamo da cento anni, con il Morbidi fai sempre una bella figura.
Massimo Biliorsi