Con un’esplosione di colori, con una botta di energia, Riccardo Guasco ha rappresentato "la vitalità e la passione di una tradizione vivida e forte", il Palio di Siena. Poche, pochissime parole, di fronte ai tanti senesi che hanno accolto il suo Drappellone con applausi ed entusiasmo, giusto i dovuti ringraziamenti, in primis alla città dei sogni e delle chimere, "una splendida modella". "Disegno perché sono timido - ha spiegato ’Rik’ -, preferisco esprimere i concetti anziché a parole, graficamente. Lo trovo molto più intimo e più diretto. Vedere la reazione di cuore al momento in cui il dipinto che è stato con me per mesi, è stato svelato, è stata un’emozione indescrivibile che auguro a ogni artista".
"Sono stato accolto da Siena e dai senesi con un calore incredibile - ha aggiunto - e disegnare sapendo di rappresentare una città fatta di colori, di gente e di palazzi che si lasciano dipingere, è stato un grandissimo onore, un’occasione davvero unica, un bellissimo viaggio". Un amore a prima vista, insomma. "Mi sono innamorato di Siena vedendola, per il Palio, come un caleidoscopio di colori - ha raccontato il pittore del Drappellone -, quindi volevo riportare sull’opera quel senso di gioia, come un gioco di bambini e mantenere quell’energia che credo sia il motore del Palio stesso".
Nel blu del cielo, dove si staglia una Vergine dal volto sereno, dei barberi-pianeti, "una similitudine per raccontare il senso della vita. Penso che per i senesi il Palio sia una metafora della vita quotidiana", ha spiegato lo stesso pittore.
"Per quanto riguarda la Madonna - ha proseguito Riccardo Guasco - le ho dato un taglio molto personale. Io adoro il profilo perché è molto statuario, solenne, quindi ho voluto rappresentare una Vergine che non è nell’iconogrfia classica della Madonna, ma è nel mio linguaggio. Non volevo rischiare, ho giocato abbastanza in casa, e ho voluto rappresentarla con un profilo dolce, ma pur sempre di profilo".
La frammentazione delle forme arriva dal cubismo e dal futurismo. "Sono forme che si intersecano tra loro generando linee che guidano l’occhio in una discesa verticale che parte idealmente dalla testa della Madonna e va giù lungo linee diagonali fino alla piazza del Campo. Un passaggio da una dimensione sacra, a una dimensione più terrena". Un risultato, il Drappellone svelato ieri, frutto di un lungo periodo di ’formazione’. "Assolutamente - ha ammesso il pittore -. Sono stato veramente indottrinato. Mi hanno portato libri, mi hanno raccontato storie e tradizioni. Mi è stato utile per approcciarmi al lavoro in maniera non fredda, ma scoprendo, pennellata dopo pennellata, tutto quello che c’è dietro la Festa. E comprendendo che il dipinto non finisce soltanto sulla tela, ma ha una vita, durante il Palio e dopo il Palio, che nessuna altra opera d’arte può avere se non qua a Siena".
Quindi la dedica. "E’ per la mia famiglia che mi ha sopportato in questi mesi e ovviamente per i senesi, coloro che possono apprezzare più di tutti il mio lavoro" ha sorriso ’Rik’, nell’attesa di conoscere quale Contrada, il 16 agosto sera, porterà in trionfo la sua opera. In un gioco, come ha detto il sindaco Fabio, "da affrontare con la serietà e l’impegno dei bambini".