Aveva dato l’antipasto alla trasmissione ’Otto e Mezzo’ di Lilli Gruber su La7 andata in onda mercoledì sera: "Sull’Università, il Governo ha fatto il taglio più grosso. E questo significa tagliare sul futuro dei giovani". La lingua del rettore dell’Università per gli Stranieri di Siena prof Tomaso Montanari batte sul dente che duole. E la recente manovra del Governo non è piaciuta ai rettori che ieri si sono riuniti a Roma per parlare proprio del futuro dell’istruzione nel nostro Paese. "C’è stata la conferenza dei rettori delle 86 università pubbliche e private italiane – ha detto Montanari – uniti da una forte preoccupazione". Mette in fila i numeri: "Si parla di 200milioni di tagli ma in realtà sono più del doppio. Oltre 500 milioni, ovvero il 7,5% del finanzimento all’università. A questo si aggiunge il fatto che ci sarà un aumento del 4,8% degli stipendi, secondo un automatismo, che però sarà a carico degli atenei". Insomma le Università dovranno coprire anche l’incremento degli stipendi. Risultato? Non ci saranno assunzioni. "Purtroppo – conferma il rettore Montanari – il rischio è proprio questo". Stop assunzioni, e se il taglio venisse confermato anche per l’anno successivo: "Molti atenei sono destinati a fallire. E’ stata data una mazzata, e senza motivo. Siamo uno dei Paesi con il minor numero di laureati, con pochissimi soldi. Il fanalino di coda". Il rettore dell’Università per Stranieri di Siena poi guarda in casa: "Noi siamo piccoli, con un bilancio da 22 milioni il taglio sarà di 620mila euro. Ma a Unisi- Unipi e Unifi è andata malissimo. Così si blocca la vita di un ateneo, si tagliano i servizi e le tasse aumenteranno. Noi al momento siamo fermi ma c’è già chi ha aumentato perchè poi alla fine questi soldi da qualche parte deovono arrivare". La vena politica di Montanari non tarda ad uscire: "Sappiamo bene che questo Governo non è amico del dissenso e del pensiero critico, ma qui si va ben oltre. Ce l’ha con i giovani e il futuro del paese". Infine il prof si rivolge al sindaco di Siena Nicoletta Fabio: "Spero che anche dai territori si alzi la voce per chiedere al Governo un ripensamento. All’Università di Siena è agganciata l’economia del territorio. Se le Università smettono di fare ricerca e innovazione, va in crisi anche il tessuto civile. E amministratori con la testa sulle spalle, come il nostro sindaco, speriamo facciano sentire la voce".
Michela Berti