Usavano società come bancomat: sei dal gup

Accuse di distrazione di fondi e associazione a delinquere a Siena: sei indagati finiscono sotto la lente della guardia di finanza. Udienza preliminare rinviata ad aprile.

Avrebbero usato le società come bancomat personali, svuotandole di beni e di risorse. Con il denaro che serviva magari per stare in regola con le imposte usato per tutt’altro scopo. Queste le accuse mosse, a vario titolo, a sei delle nove persone persone finite sotto la lente della guardia di finanza. Che nell’ottobre 2023 aveva fatto un blitz, eseguendo cinque misure cautelari interdittive applicate nei confronti di chi, secondo la procura e poi anche il gip, rivestiva ruoli apicali nelle società che sarebbero state svuotate. Nell’aprile scorso il pm Siro De Flammineis aveva chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di sei, appunto, dei nove indagati. Ieri alle 14 si è svolta l’udienza preliminare per il padre, tre figli e anche un professionista delle imprese di questi ultimi, tutti e quattro accusati tra l’altro di associazione a delinquere. Anche se il deus ex machina che tirava le fila sarebbe stato il 70enne capo famiglia, secondo la procura. I fatti, che interessano varie società poi fallite, si sarebbero sviluppati in alcuni casi addirittura dal 2010 ai giorni nostri. Fra le contestazioni presunte distrazioni di cifre particolarmente elevate – anche centinaia di migliaia di euro – effettuando prelievi in contanti dai conti correnti facenti riferimento alle società. E compiendo acquisti che non avevano a che vedere con l’attività svolta dall’azienda. In un caso sarebbero anche state compiute ricariche di conti gioco-online. In aula, davanti al gup Andrea Grandinetti, i difensori degli imputati, gli avvocati Maurizio Forzoni, Francesco Gallai di Arezzo e Alessandro Bonasera. L’udienza però è stata rinviata ad aprile.