REDAZIONE SIENA

Tassi di interesse fino al 912%, arrestati marito e moglie

Montepulciano, in azione carabinieri e guardia di finanza. Erano in azione da 16 anni

La conferenza stampa

Montepulciano (Siena), 6 luglio 2020 - I Carabinieri della Compagnia di Montepulciano, insieme alla Guardia d finanza della tenenza di Montepulciano, hanno eseguito un'ordinanza cautelare nei confronti di tre persone per usura ed estorsione.

L'indagine, coordinata dai sostituti procuratori Serena Menicucci e Niccolò Ludovici, ha portato alla firma da parte del gip di due ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di due coniugi e all’obbligo di dimora per una terza persona. Contemporaneamente è scattato un  sequestro preventivo di beni potenzialmente derivanti da attività delittuosa fino alla cfra di 700mila euro.

Le indagini hanno consentito di individuare flussi di denaro verso piccoli imprenditori, commercianti e privati residenti nelle province di Siena e Arezzo, prestiti ai quali applicavano interessi usurari, calcolati – attraverso consulenze tecniche disposte dalla Procura - fra il 25 ed il 912%.

Specifici accertamenti condotti dalla Tenenza della Guardia di  Finanza  di Montepulciano hanno portato a individuare una ditta riconducibile a uno degli indagati. Contestualmente, sono state effettuate verifiche ad aziende operanti nella valdichiana senese, i cui titolari erano i principali soggetti usurati. A seguito dell’attività ispettiva, è stato svelato un considerevole flusso di fatture per operazioni inesistenti emesse dagli usurai nei confronti degli usurati al solo fine di nascondere la natura dei pagamenti tra le parti mascherando con l’evasione fiscale un giro di usura che in quelle zone andava avanti sin dal 2004.

L’emissione delle fatture serviva da un lato a giustificare gli importi che periodicamente transitavano sui conti correnti degli indagati e allo stesso tempo a fare in modo che gli usurati potessero motivare anch’essi l’effettuazione di bonifici o l’emissione di assegni attraverso la ricezione di tali fatture. Gli usurati poi, dichiarando fiscalmente tali costi fittizi ed usufruendo di un illegittimo risparmio di imposte (ai fini dell’imposta sui redditi, nonché dell’Iva), riuscivano a rientrare di parte degli importi dati in prestito e richiesti con tassi usurari.

Le vittime venivano talvolta anche intimidite e minacciate perché ripagassero il debito. È stato calcolato un giro d’affari tra il 2004 ed il 2019 pari a 1 milione e 700mila euro dei quali circa 700.000 di interessi.

E’ stato inoltre accertato che gli usurai che, nel tempo, hanno utilizzato almeno cinque società loro riconducibili, nulla hanno mai versato all’Erario. Durante tutta la durata delle indagini, numerose utenze telefoniche sono state monitorate dai militari dell’Arma, mentre sono stati esaminati, dai militari della GdF, 71 conti correnti con un’analisi dei flussi finanziari sviluppata dal 2008 al 2019.

L’indagine inizia a novembre 2017 con l’arresto di due persone per “detenzione abusiva di due pistole con matricola abrasa e detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. In quella circostanza vengono sequestrate, oltre alle armi, anche 1,3 kg di oro fuso, 21 monete d’oro, gioielli tra i quali un anello da 20.000 euro e denaro contante per circa 45.000 euro.

I carabinieri comprendono che quei beni erano di provenienza illecita: erano perfino nascosti nel cassone di una tapparella.

E' stato sequestrato anche un “ComprOro” di Sinalunga, riconducibile al sodalizio criminale, aperto da poco.