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Vaiolo delle scimmie. Scatta la vaccinazione anche al Policlinico: "Si tratta di un cluster"

Il professor Tumbarello, direttore di Malattie Infettive alle Scotte: "Un gruppo di casi in certe aree e in certi periodi. A fine 2022 abbiamo vaccinato centinaia di persone. Sintomi lievi per molti infettati dal virus".

Vaiolo delle scimmie. Scatta la vaccinazione anche al Policlinico: "Si tratta di un cluster"

Tredici casi di vaiolo delle scimmie in Toscana, di cui undici accertati a Firenze ed è scattato di nuovo, come due anni fa, l’allarme per il ritorno della malattia virale. La Regione, insieme alle Aziende sanitarie, è al lavoro sulle indagini epidemiologiche, i cui risultati vanno notificati al Ministero della Salute. La procedura sanitaria comprende l’ordine dei vaccini, da mettere a disposizione dei Centri di Malattie infettive degli ospedali toscani. La vaccinazione ripartirà anche al policlinico Le Scotte, in attesa delle dosi annunciate. "Si tratta di un cluster, un gruppo di casi della stessa patologia concentrati in una zona e in un periodo; ma non sempre correlati fra loro. Le indagini epidemiologiche avviate cercano la relazione fra i casi. A Siena non ne abbiamo al momento, ma avremo a breve i vaccini. Ricordo che la vaccinazione è volontaria e riservata a categorie di soggetti ad alto rischio", conferma il professor Mario Tumbarello, direttore di Malattie infettive e tropicali alle Scotte.

Cos’è il vaiolo delle scimmie?

"Una malattia virale infettiva conosciuta dagli anni ’50, quando si sono manifestati i primi casi, in Congo. Circa 10 anni fa c’è stata una piccola epidemia anche negli Stati Uniti e poi nel 2022 si sono avuti migliaia di casi in Europa, anche in Italia. Oggi non si può parlare di presenza endemica del virus, piuttosto di una concentrazione di casi in alcune aree in limitati periodi di tempo. Nel 2022 è scattata anche la prima campagna di vaccinazione preventiva, per le persone a rischio. A Siena abbiamo vaccinato, fra settembre e dicembre 2022, un centinaio di persone: per lo più giovani, nati dopo il 1980, quando si è fermata la vaccinazione obbligatoria contro il vaiolo umano. Da oltre un anno non abbiamo casi a Siena e neppure richieste di vaccinazione".

Vaiolo non è un termine a noi sconosciuto...

"Il vaiolo è una malattia contagiosa antica di origine virale, ha causato milioni di morti in tutto il mondo prima di essere dichiarato eradicato, nel 1979. Ci siamo confrontati per secoli con il vaiolo. Nel 1796 Jenner iniettò il primo vaccino antivaiolo, prelevando del materiale infetto da una donna ammalata col virus proveniente dalle mucche. Nel Novecento la vaccinazione è stata fatta su scala mondiale, finché il vaiolo umano è stato dichiarato scomparso dall’OMS. Il vaiolo delle scimmie, scoperto negli anni ’50 e importato dall’Africa, si manifesta generalmente in forma meno grave".

Come si contrae?

"Per contatti interumani, spesso tramite rapporti sessuali con una persona infetta".

Occorre andare in ospedale?

"Per la diagnosi sì. Spesso il ricovero non è necessario o bastano pochi giorni, ma si è contagiosi e quindi occorre restare isolati per evitare il diffondersi della malattia. La malattia insorge dopo 7-10 giorni dall’esposizione e dura circa due settimane. Si manifesta con febbre, cefalea, dolori muscolari, eruzioni cutanee vescicolose, spesso localizzate nelle zone genitali e aree limitrofe. In molti casi i sintomi sono lievi, decorre in maniera asintomatica in alcune persone, altre possono sviluppare sintomi più gravi".

In Italia oggi c’è il caso di una donna morta per West Nile.

"La febbre del Nilo è una malattia virale trasmessa dalle zanzare, anche questa importata. In questo periodo dell’anno è inusuale il contagio perché con il freddo ci sono poche zanzare. L’infezione in Italia è presente da anni, con tanti casi soprattutto in Veneto ed Emilia Romagna. Anni fa sarebbe stata una malattie inusuale ma con i viaggi e il cambiamento climatico la situazione è cambiata anche nel nostro Paese".

Paola Tomassoni