
Val di Merse Run: il 50% del ricavato è stato destinato alla Fondazione Airi
In occasione della gara Val di Merse Run che si è svolta a Rosia domenica 30 marzo, ed il cui ricavato è stato destinato per il 50% alla Fondazione Airi, Associazione Italiana per le ricerca sulle Istiocitosi, malattia rara che colpisce bambini in tenera età, interviene un nonno, con un nipotino di meno di un anno che ne soffre ed è in terapia.
"A soli tre mesi, gli è stata diagnosticata una malattia rara: l’istiocitosi a cellule di Langerhans con interessamento polmonare – le sue parole –. Ricordo ancora il momento in cui, con il cuore in gola, abbiamo appreso la notizia: un mix di preoccupazione, speranza e incredulità che ha segnato l’inizio di un percorso difficile e sconosciuto ma anche di una grande forza d’animo. Il piccolo è stato inizialmente ricoverato al Meyer di Firenze in Oncoematologia. La gravità della situazione ha reso necessario un trasferimento all’Ospedale del Cuore di Massa, l’unico in Toscana con l’Ecmo pediatrico (macchinario per ossigenazione extracorporea)".
E ancora: "Qui, la situazione è precipitata: il bambino è stato intubato e ha trascorso 30 giorni in terapia intensiva. Ogni giorno era una battaglia – si sottolinea –, ma la professionalità e l’amore con cui è stato seguito hanno reso possibile stabilizzare le sue condizioni. Il piccolo è tornato alla terapia intensiva del Meyer dove ha trascorso altri 30 giorni. L’équipe medica lo ha seguito in modo eccellente e lentamente le condizioni sono migliorate e ha potuto proseguire la degenza in Oncoematologia. Sono stati giorni difficili, segnati da momenti di angoscia, ma anche da piccoli traguardi che alimentavano la nostra fiducia nelle cure ricevute".
Il nonno continua: "Oggi, grazie all’impegno e alla dedizione degli specialisti e alla forza incredibile del bimbo, le sue condizioni stanno migliorando. La mia esperienza mi ha fatto capire quanto sia fondamentale sostenere la ricerca medica. È essenziale che i fondi e gli studi continuino, per trovare soluzioni contro malattie così complesse e debilitanti. Solo con un adeguato supporto alla ricerca possiamo garantire cure tali che ogni famiglia possa avere la certezza che, anche nei momenti più bui, la speranza non si spenga mai".
Mario Lombardi