Giovanni Pellicci
Cronaca

E’ stagione di vendemmia. “Manca la manodopera Per fortuna ecco gli studenti”

Solfanelli, direttore di Coldiretti: “Il fabbisogno è di 2-3mila posti di lavoro”. Taddei, direttore Cia: “Purtroppo c’è un costante calo della disponibilità”

Inizia al stagione della vendemmia (Foto di repertorio New Press Photo)

Inizia al stagione della vendemmia (Foto di repertorio New Press Photo)

Siena, 21 settembre 2024 – Manodopera in vigna cercasi. Alla vigilia del via alla vendemmia del Sangiovese – l’uva più diffusa nei vigneti senesi – che si annuncia decisamente più ricca dell’annata 2023 duramente colpita dalla peronospora, le aziende fanno i conti con la disponibilità di personale chiamato a dedicarsi alla raccolta delle uve. “Stiamo tornando alla normalità, dopo un’annata molto complicata come la scorsa – spiega Simone Solfanelli, direttore di Coldiretti Siena -. Il fabbisogno delle 1.200 imprese del territorio è stimato in circa 2/3 mila posti di lavoro. Gli strumenti ci sono. I contratti di lavoro occasionali (come i voucher) o il contratto operaio a tempo determinato (otd) che offrono buone opportunità fiscali. La novità è anche il ritorno degli studenti disponibili a vendemmiare: non capitava da anni. Siamo fiduciosi che le aziende possano lavorare nel miglior modo possibile e nel pieno rispetto normativo ed etico, come la nostra associazione si impegna a fare, attraverso iniziative tese a contrastare qualsiasi forma di irregolarità”.

Ma in un territorio vasto come quello della provincia di Siena con centinaia di aziende vitivinicole che necessitano di personale anche qualificato non è sempre facile. “Dal nostro punto di vista i problemi non mancano – spiega Federico Taddei, direttore della Cia di Siena – perché trovare persone disponibili e qualificate è difficile. Oltre alla vendemmia, in vigna servono figure in grado di garantire più momenti dell’anno, come la potatura in inverno e la vendemmia verde durante la primavera-estate. Dal nostro osservatorio registriamo un costante calo di disponibilità anche da parte di studenti o pensionati. Le aziende che possono farlo ricorrono alla meccanizzazione, con le vendemmiatrici. Ma nelle zone di San Gimignano e Montalcino, ad esempio, è più complicato ricorrere a queste tecniche”. Va detto che il costo della vendemmia manuale per ettaro si aggira tra i 300 e i 500 euro: la meccanizzazione offre una valida alternativa. Secondo Confagricoltura i costi si riducono del 40-60% per ettaro.

“La raccolta meccanizzata delle uve accelera le operazioni (fino 100 tonnellate di uve al giorno) e consente di raccogliere al giusto grado di maturazione – spiega l’enologa Lia Antonucci specializzata in agricoltura di precisione - ma comporta alcuni rischi, come il danneggiamento dei frutti e una perdita di prodotto che può superare il 3%. È sconsigliato l’uso della vendemmiatrice in vigneti con meno di 5 anni. L’automazione, grazie a recenti innovazioni, ha permesso di aumentare la precisione delle macchine, rendendo fondamentale la scelta della vendemmiatrice giusta”. La meccanizzazione implica dei costi che non tutte le aziende, specie quelle piccole, possono permettersi, per questo garantire un’adeguata formazione di personale specializzato in grado di rispondere al fabbisogno delle aziende sarebbe una scelta strategica molto importante in un territorio come il nostro.