ROMANO FRANCARDELLI
Cronaca

Vernaccia ‘sotto minaccia’: "I dazi annunciati da Trump rischiano di creare danni"

Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana, fa il punto dalla situazione "Quello Usa rappresenta in assoluto il secondo mercato di destinazione" .

Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana, fa il punto dalla situazione "Quello Usa rappresenta in assoluto il secondo mercato di destinazione" .

Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana, fa il punto dalla situazione "Quello Usa rappresenta in assoluto il secondo mercato di destinazione" .

"Le minacce di Donald Trump di mettere un dazio del 200% sui vini europei rischierebbero di danneggiare pesantemente le esportazioni delle etichette toscane che nel 2024 hanno raggiunto il valore record di 420 milioni di euro negli Stati Uniti compresa la nostra eccellenza della Vernaccia di San Gimignano".

Le prime parole della Presidente della Coldiretti Toscana a La Nazione di Letizia Cesani (nella foto), produttrice vitivinicola fra i vigneti della Vernaccia e del Chianti Colli Senesi nell’azienda di famiglia nella frazione di Pancole. E precisa preoccupata. "In relazione all’annuncio del presidente Usa di imporre una tariffa aggiuntiva su rossi, bianchi e champagne come ritorsione contro la decisione dell’Ue di colpire il whisky made in Usa con un dazio del 50% una misura estrema che manderebbe di fatto in sofferenza il vino tricolore".

A proposito sui bianchi quale contraccolpo avrà la Vernaccia di San Gimignano (primo Doc italiano 1966) per essere stata in passato da un decennio alla guida del Consorzio della Vernaccia? "Diciamo subito che le nostre Doc vinicole sono uniche e non sostituibili ma l’applicazione dei dazi potrebbe portare fuori prezzo anche le denominazioni di maggiore diffusione riducendone il quantitativo esportato. Per La Vernaccia di San Gimignano, che copre circa 750 ettari nel comune di San Gimignano e vede coinvolte nella filiera circa 140 aziende, e che esporta oltre 8 milioni di euro, gli Usa rappresentano il secondo mercato di destinazione e, benché si tratti di un prodotto unico e non riproducibile che, sono certa, gli americani continueranno a scegliere, potrebbe vedere i quantitativi esportati ridotti proprio a causa dei dazi".

Per il vino (tricolore)? "Anche per il nostro vino stiamo assistendo a un aumento degli ordini in questo inizio anno proprio per evitare le ripercussioni immediate del concretizzarsi di questa proposta che, se si avverasse, secondo le analisi della UIV, vedrebbe il vino italiano perdere ben il 16% della sua quota di mercato negli USA. Ebbene ricordare che gli Usa sono anche il primo consumatore mondiale di vino con 33,3 milioni di ettolitri, secondo dati Oiv, e per l’Italia rappresentano in valore il mercato più importante. Occorre ora fermare una pericolosa escalation che sta conducendo a una guerra commerciale globale dove le prime vittime saranno i cittadini statunitensi che pagheranno di più i prodotti e, con essi, gli agricoltori, mettendo in atto tutte le azioni diplomatiche necessarie per scongiurare lo stravolgimento dei flussi commerciali".

Insomma, quello dei dazi è un serio pericolo che potrebbe causare danni molto importanti a più livell.

Romano Frncardelli