Siena, 4 marzo 2024 – Uno stupro di gruppo consumato in una stanza d’albergo a Chianciano Terme, con l’aggravante che gli abusi su una 17enne campionessa di scherma che gareggia per la nazionale dell’Uzbekistan sarebbero stati commessi da altri tre giovani schermidori, uno dei quali minorenne.
Una violenza sessuale accaduta nella notte tra il 4 e 5 agosto, durante un ritiro organizzato dalla Federazione italiana della scherma, uomini e donne accomunati dallo sport e dalla giovane età. La mattina del 5 agosto la diciassettenne racconta di essersi risvegliata intontita, la bocca impastata, con lividi e ferite nelle gambe.
È quanto ha rivelato il Messaggero, riportando anche le dichiarazioni dell’avvocato della ragazza, Luciano Guidarelli che in quella stanza dell’hotel di Chianciano con lei ci sarebbero stati tre ragazzi, nazionali azzurri juniores di scherma.
“Uno era sdraiato su di lei, un altro si stava rivestendo, il terzo le dormiva accanto, nudo", è scritto nel resoconto. L’ultimo ricordo precedente al risveglio è la sera del 4 agosto passata al bar: una birra e due shottini bevuti, poi più nulla.
Quello che segue è una trama simile ad altri stupri. L’aiuto della compagna di stanza, la telefonata alla madre che si precipita a Chianciano da Roma per portare la figlia al pronto soccorso.
La prima tappa è all’ospedale di Frascati, ma siccome è minorenne, la campionessa viene portata al Bambino Gesù a Roma. Dopo una seconda visita all’ospedale romano di San Giovanni, dove una dottoressa le avrebbe somministrato la pillola del giorno dopo.
Il 9 agosto la mamma e la ragazza sporgono denuncia al commissariato di San Vitale, raccontando l’incubo di quella notte a Chianciano.
Fin qui il racconto a Il Messaggero, con le fasi di una violenza di gruppo, di una possibile ’droga dello stupro’, e ’Codice Rosso’ che avrebbe dovuto essere attivato.
Per l’avvocato Guidarelli "c’è un’inerzia da parte della Procura, che neanche ha attivato il ’Codice rosso’ e della Federscherma che non ha preso nessun provvedimento nei confronti degli atleti indagati».
L’inchiesta è della Procura di Siena, sono due gli atleti indagati (i due maggiorenni, del terzo dovrebbe occuparsi la procura dei minori), sono già stati sequestrati i cellulari e acquisite le copie forensi dei dati dei telefonini, per cercare riscontri.
Il magistrato a cui è stata affidata l’inchiesta è il sostituto procuratore Serena Menicucci. Nel corso degli accertamenti subito dopo la denuncia della giovane è stato appurato che la 17enne nel sangue aveva tracce di alcol e droga.
L’avvocato Enrico De Martino difende, assieme a un legale di Foggia e un altro di Milano, i due indagati. Con una nota, i legali replicano alle critiche dell’avvocato della ragazza che lamentava l’assenza di provvedimenti cautelari. E anche dei divieti di avvicinamento degli accusati alla vittima, che non sarebbe stata ancora ascoltata.
«Abbiamo preso visione dai mass media delle notizie che riguardano i nostri assistiti in relazione al procedimento pendente dinanzi la Procura della Repubblica di Siena. A tale riguardo – pur facendo sin d’ora presente che gli indagati si dichiarano innocenti, non avendo essi mai usato violenza nei confronti di nessuno – rimaniamo in attesa delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria che – come emerge dagli atti sin qui depositati – ha svolto indagini sin da subito per ricostruire gli avvenimenti nell’immediatezza dei fatti. Chiediamo dunque attenzione e rispetto per una vicenda evidentemente delicata e dolorosa per tutti, in attesa del definitivo accertamento dei fatti da parte della magistratura".
Gli inquirenti senesi avrebbero interrogato una dozzina di persone che erano quella notte a Chianciano. Oggi il procuratore della Repubblica di Siena, Andrea Boni, darà la versione della procura.