REDAZIONE SIENA

Violenza sessuale sulla futura sposa: stangata di otto anni

"Comportamento aggressivo e violento". E, secondo l’avvocato di parte civile, "l’apice era stato raggiunto a Siena". Ancora: "Il pubblico ministero...

Le scarpe rosse sono diventate il simbolo della battaglia contro la violenza. sulle donne

Le scarpe rosse sono diventate il simbolo della battaglia contro la violenza. sulle donne

"Comportamento aggressivo e violento". E, secondo l’avvocato di parte civile, "l’apice era stato raggiunto a Siena". Ancora: "Il pubblico ministero ha tratteggiato perfettamente la vicenda". Una storia molto delicata di cui la giovane parte offesa ha ascoltato la ricostruzione nell’aula al terzo piano di palazzo di giustizia. Seduta dove aspettano testimoni e spettatori durante i processi.

L’uomo che avrebbe dovuto diventare suo marito era imputato di violenza sessuale nei suoi confronti. Un episodio accaduto nell’agosto 2020, quando l’avrebbe costretta a subire atti sessuali contro la sua volontà. Al di là di un capo d’imputazione scarno, come sottolinea in avvio anche il difensore, durante il dibattimento non sono mancati momenti accesi e ’forti’. I due fidanzati, originari della Campania, si trovavano in quel periodo nella nostra città perché qui lavora un parente della ragazza. Quest’ultima, dopo la vicenda, ha avuto necessità di essere aiutata.

Il pubblico ministero Elisa Vieri ha chiesto una condanna pesante al collegio presieduto da Simone Spina: 8 anni. L’avvocato della difesa ha esordito premettendo, rivolta ai giudici: "Non sarà breve, chiedo uno sforzo di pazienza". Lunga, infatti, e articolata la sua arringa, com’era naturale a fronte di una richiesta di condanna così importante. Poi la camera di consiglio al termine della quale il collegio ha sposato la tesi dell’accusa. Pena di otto anni, con risarcimento alla parte civile intanto di una provvisionale di 20mila euro, il resto da definire davanti al giudice. Novanta giorni per il deposito delle motivazioni che saranno certo appellate.

L’ennesimo caso di reati del ’Codice rosso’ che arriva nelle aule di palazzo di giustizia dove questi stanno diventando quantitativamente prevalenti.